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Taranto sul Post | In DIOnigi we trust

Se sulle rive dello Ionio la moneta corrente fosse il dollaro, il volto sulle banconote non sarebbe quello di George Washington, bensì quello di Davide Dionigi, e il motto sarebbe più o meno lo stesso: “In DIOnigi we trust“.

Un anno e mezzo fa in pochi avrebbero scommesso un dollaro sulle possibilità che il bomber reggiano, tolti i calzoncini e indossata giacca e cravatta, riuscisse a suon di record e primati ad inanellare da allenatore 29 vittorie, 23 pareggi e 6 sconfitte e a raggiungere per due stagioni di fila gli spareggi-promozione, con un futuro prossimo tutto ancora da vivere con intensità.

Non voglio dilungarmi oltre sui meriti e sui traguardi raggiunti sinora dal mister Dionigi, anche perché sarebbe irrispettoso nei confronti di Mimmo Toscano e della Ternana. Quest’ultima promossa con due giornate di anticipo dopo aver ammazzato il campionato, con il tecnico reggino prossimo a stravincere con percentuali bulgare il TLP Award come miglior allenatore della Prima Divisione di Lega Pro. Chapeau ai rossoverdi, capaci di realizzare in 11 mesi l’impresa di passare dalla C2 alla B senza prevalere sul campo…

Ma noi, dopo 19 anni di purgatorio, abbiamo le spalle larghe e il pelo sullo stomaco per cui certe cose ci scivolano addosso. Davide Dionigi questo l’ha capito subito e, forte delle sue spiccate doti umane e della sua genuina tenacia, si è calato con naturalezza nella parte di chi deve portare tra i tarantini riscatto e riconciliazione verso la propria squadra di calcio, per troppo tempo negletta e accantonata. Manca un tassello determinante per entrare in quella che lui stesso ha definito “leggenda”: (ri)vincere di nuovo questo campionato e portarci laddove saremmo già arrivati se non ci fossimo autoinflitti una odiosa penalizzazione.

Nel frattempo, con la sua partecipazione per nulla scontata al varo dell’Associazione di Promozione Sociale “Fondazione Taras 706 a.C.”, il “comandante” Dionigi consegna agli annali un’altra pagina magistrale sul senso di appartenenza e di amore per (il) Taranto. Nel rivolgersi alle future generazioni il nostro Davide si concede una dedica tanto semplice e di circostanza quanto rivoluzionaria e struggente: “Non c’è cosa più meravigliosa che tifare per la propria città e i propri colori“.

Nel gergo “militante” dei tifosi si è soliti affermare che “I giocatori, gli allenatori e i presidenti passano. La maglia resta”. Ebbene, se un giorno Davide Dionigi salperà per nuovi lidi, a restare non ci sarebbe più soltanto un pezzo di stoffa colorata a strisce rosse e blu, ma – finalmente – un uomo divenuto più tarantino dei tarantini.

Con l’auspicio di poter confidare in lui ancora per molti anni. In DIOnigi we trust!

 

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