Tratto dal sito infoazionariatopopolarecalcio.blogspot.it
I Supporters’ Trust sono delle organizzazioni formali, democratiche e senza profitto, create dai tifosi che vogliono aumentare l’influenza sulla conduzione della propria squadra.
- Democratici
- Senza scopo di lucro (no profit)
- Di proprietà e gestiti dai tifosi
- Focalizzati sulla comunità
- Giuridicamente riconosciuti ed a responsabilità limitata
- Non esclusivi
- Responsabili, trasparenti ed aperti
- Potenti abbastanza da influenzare e perfino aiutare la gestione dei club
- Flessibili abbastanza da poter operare con 100, 1.000, 10.000 o più membri.
L’anno successivo, il socio è tenuto a versare nuovamente una quota stabilita, ma questa volta tutta la somma, sarà classificata esclusivamente come fondo disponibile.
Le organizzazioni di tifosi in questi anni hanno visto il loro numero crescere, supportati nelle loro operazioni da iniziative governative e private, anche l’UEFA ha riconosciuto l’importanza del fenomeno. Nascono in Inghilterra negli anni 90 col fine di intervenire per salvare diversi club inglesi dal fallimento.
Inghilterra: i Supporters’ Trust sono stati costituiti in più di 170 clubs, inclusi alcuni nella Premier League, come Manchester United, Arsenal, e Tottenham Hotspur, della Football League, Swansea City e Exeter City, e così verso il calcio semi-professionistico/dilettantistico con club come l’AFC Wimbledon e l’AFC Telford United. Il Trust più numeroso è quello del Manchester United, con oltre 160.000 iscritti. Di questi più di 110 Supporters’ Trust hanno una partecipazione nel capitale del proprio club. Per quanto riguarda l’organizzazione interna quasi sessanta Supporters’ Trust hanno almeno un rappresentante all’interno del proprio club. Di questi, più del 50% sono direttamente eletti dai membri del rispettivo Supporters’ Trust. Questi gruppi hanno portato quasi 30 milioni di euro di nuove risorse finanziarie nel calcio solo attraverso le quote sociali. 15 club sono di proprietà o sotto il controllo dei rispettivi Supporters’ Trust, e per capire la portata di questo fenomeno basta vedere che i tifosi di quasi il 70% dei club nelle prime cinque categorie del calcio inglese, e delle prime quattro del calcio scozzese, hanno fondato un Supporters’ Trust, segno che il pubblico è seriamente intenzionato a entrare da protagonista nella vita dei club. (Dati Supporters Direct)
Germania: In Germania, il fatto che la proprietà dei club sia di tipo cooperativo è ciò che ha permesso al calcio tedesco di essere il campionato europeo più redditizio, uno di quelli di maggiore successo e questo tipo di organizzazione imposta dalle istituzioni rappresenta un contesto ideale per lo sviluppo di modelli gestionali a proprietà diffusa. Fino alla fine degli anni 90 tutti i club tedeschi erano interamente associazioni, fino a quando ai club professionistici fu concesso il diritto di segregare le attività relative al calcio professionistico in una società di capitali, separata dalla casa madre (ovvero dall’azionista costituito come associazione di tifosi). Comunque, le associazioni di tifosi devono conservare la partecipazione di maggioranza nelle società di capitali. Questa regola c.d. “50+1” rende impossibile a investitori privati la scalata ai club tedeschi, ma permette un certo livello di investimenti esterni. All’interno di questi modelli proprietari è stato ottenuto un rilevante coinvolgimento dei tifosi. HSV Supporters Club, la più grande sezione dell’Hamburg SV, con oltre 40.000 soci, fornisce good governance e rappresentanza democratica all’interno del club, cui si aggiungono i 100.000 soci del Bayern Munich. (dati Supporters Direct)
Spagna: Nei primi anni ‘90 in Spagna quasi tutti i club professionistici la cui situazione economico-finanziaria era in perdita furono obbligati a trasformarsi da associazioni in “SAD”, società sportive per azioni, ovviamente cambiando in modo drammatico lo status dei tifosi. E ora la situazione sta lentamente tornando al precedente status, con i tifosi, insoddisfatti della gestione dei loro club e desiderosi di migliorare trasparenza e gestione, che si stanno organizzando presso diversi club in associazioni di azionisti di minoranza o altre iniziative. Questi gruppi stanno contestando il modello proprietario che ha fatto arrivare le società calcistiche con l’acqua alla gola a causa di un indebitamento insostenibile, usando la leva politica e, attraverso il loro nuovo organismo nazionale, il FASFE, facendo pressione perché nel calcio spagnolo siano reintrodotte le associazioni. Oltre ai citati club di Madrid e Barcellona sono diverse le realtà che si stanno organizzando per permettere ai supporters di entrare nelle gestioni societarie:
- Asociación de Pequeños Accionistas del Real Zaragoza
- Asociación Por Nuestro Betis
- Asociación de Pequeños Accionistas del Sevilla FC, SAD
- Asociación Señales de Humo (Atlético de Madrid)
- Asociación del Pequeño Accionista del Valencia CF
- Béticos por el Villamarín
- Associació de Petits i Mitjans Accionistes de l’Espanyol
- Asociación de Pequeños Accionistas/Aficionados de la Real Sociedad – Errealako Zaleeta Akziodun Txikien Elkartea
- Sindicato de Accionistas Minoritarios del Levante