FRANCAVILLA IN SINNI-TARANTO 3-1
“Lucania, terra amara”, diceva parlando non di pallone ma di tutt’altre faccende don Ciotti, sacerdote di quelli buoni, impegnato da anni nella lotta alle tossicodipendenze ed ai soprusi delle mafie.
Ci prendiamo questo detto perché nelle tre trasferte nella regione a noi più vicina abbiamo rimediato tre sonore sconfitte, di quelle che fanno tornare a casa a testa bassa.
Uno tra i peggiori Taranto della stagione esce con le ossa rotte dal piccolo impianto immerso nel verde di Francavilla in Sinni, mostrando una supponenza ed una presunzione nell’approccio alla gara che veramente non si vedevano da qualche settimana, quando ancora si addebitavano questo tipo di prestazioni molli al gruppo di calciatori portati in riva allo Jonio dalla “consulenza esterna” Pieroni-Tambone.
Forse più di qualcuno ha sottovalutato il Francavilla. Probabilmente quel qualcuno si aspettava un pò di arrendevolezza di fronte al “blasonato” e ritrovato Taranto di queste ultime uscite, ma la compagine che rappresenta questa cittadina di 4 mila anime della zona appeninica calabro-lucana ha ormai buona dimestichezza con questa categoria, essendo al settimo anno consecutivo di serie D (cinque dei quali conclusi nelle “parte sinistra” della classifica).
Su un terreno di gioco perfetto, al quale evidentemente i nostri non sono abituati, i rossoblu di casa hanno dominato la contesa dal primo all’ultimo minuto, lasciandoci solo le briciole. Mister Vincenzo Marino, tecnico dei sinnici, ha schierato i suoi, reduci da 8 turni senza vittorie, con una sorta di 4-2-3-1. Il centravanti Del Prete infatti era perennemente supportato dal n.10 Pioggia leggermente dietro di lui e dagli esterni Gilfone a sinistra e Manzella a destra che si sono rivelati imprendibili per gli opposti avversari.
Pettinicchio ha confermato il 3-4-3 di domenica scorsa che tuttavia non sembrava dare sufficienti garanzie in termini di copertura, equilibri e costruzione della manovra: sette giorni fa allo Iacovone la Puteolana ci aveva graziato in diverse circostanze e noi ne avevamo approfittato, stavolta non c’è stata storia.
Davanti a Maraglino la difesa a 3 con Brancato, Terrenzio e Prosperi ha sofferto sempre nonostante gli esterni Papa a destra e Stigliano a sinistra fossero perennemente costretti alla fase di copertura, come già detto. Gnoni e Vicedomini in mezzo al campo hanno praticamente sempre corso a vuoto ad inseguire il pallone che gli avversari facevano girare con molta più velocità e le 3 punte, Fumai a sinistra, Mignogna a destra e Molinari in mezzo non hanno dato il contributo necessario né in termini di spunti offensivi, né, soprattutto, in copertura e pressing, lasciando la squadra spaccata ed in continua balia degli avversari.
Una brutta prova fin dall’inizio, si diceva, con i padroni di casa a favore di vento nella prima frazione che sin dai primissimi minuti hanno impensierito Maraglino con Gilfone e Del Prete. Buonissima la spinta a destra di Manzella, tarantino di nascita, che in occasione del terzo gol da lui segnato nella ripresa ha evitato anche di festeggiare (e la mente torna a quando Passiatore anni fa a Battipaglia per un gol ai rossoblu esultò come se avesse vinto la coppa del mondo…).
Il Taranto è assolutamente passivo, semplicemente non pervenuto. Troppo brutto per essere vero.
E giustamente al 28esimo subisce il gol in un’azione confusa in area nella quale in mischia il difensore Di Giorgio trova lo spazio ed il tempo per girare in rete un tiro imparabile di sinistro. 1-0.
Ci si aspetta la reazione ospite ma sono i lucani che ancora ci provano dalla distanza con Pioggia ed il terzino Nicolao fino a quando, davvero a sorpresa, il Taranto perviene al pareggio con l’unico tiro in porta del primo tempo: Fumai si conquista un calcio di punizione dai 25 metri e Molinari trasforma centrando l’angolino basso alla sinistra del giovane portiere Ziembiaski. Prima rete in campionato per l’argentino che effettivamente sembra uno con il gol nel sangue ma dal punto di vista fisico è ancora in forte ritardo.
Si va al riposo quindi con un insperato pareggio, immaginando che con la fortuna di aver impattato e con il vento stavolta a favore, magari l’andamento della gara cambierà nel corso della ripresa.
Invece pronti-via, il Taranto resta praticamente negli spogliatoi e vanifica tutto subendo Del Prete il punto del 2-1 dopo un solo giro di lancette o poco più: cross dalla sinistra, sponda di Pioggia, ed il centravanti fionda di sinistro nell’angolino opposto. E stavolta la reazione manca del tutto.
Un Francavilla tranquillo ed in gran forma lotta su tutti i palloni senza mai lasciare l’iniziativa agli avversari, continuando a macinare gioco fino a mettere il risultato al sicuro grazie al 3-1 di Manzella al 25°, con il numero 7 che con un rasoterra di grande precisione dal dischetto del rigore non lascia scampo al portiere di Leporano.
Nel frattempo qualche minuto prima Pettinicchio aveva provato a modificare l’assetto dei suoi togliendo Papa in luogo di Catalano, passando quindi ad un 4-3-3 sulla carta più offensivo ma sul campo assolutamente piatto.
Dopo la terza marcatura un nuovo sussulto del Taranto con Vicedomini che colpisce il palo con un gran tiro da 30 metri, ma sarebbe stato troppo segnare 2 gol con 2 tiri…
Inutili gli ultimi innesti del redivivo Biondo (dopo un mesetto di stop per infortunio) e Bongermino al posto del non pervenuto Mignogna e di Brancato. Dopo ripetuti rischi di subire anche il quarto gol finisce in gloria per il Francavilla che con questi 3 punti aggancia il Taranto al sest’ultimo posto, ancora dentro la zona playout ad una sola giornata dal termine del girone di andata e con il Brindisi, quart’ultimo, indietro di un punto, che deve pure recuperare una partita…
Non è una situazione semplice e davvero questo approccio molle mi ha personalmente molto urtato, ben più di altre gare perse ad inizio stagione magari altrettanto brutte ma condizionate da qualche episodio negativo o sfortunato: qui abbiamo creato zero e non lottato per niente! Non si può assistere a prestazioni del genere da parte di una squadra che deve salvarsi e che, soprattutto, rappresenta nel calcio una città che sabato sera, ancora una volta come se già non bastasse, ha dimostrato di non voler abbassare la cresta neanche manifestando pacificamente contro le decisioni imposte da un governo piegato all’interesse economico nazionale a discapito della salute collettiva.
Pettinicchio prenda i necessari provvedimenti in merito e soprattutto, riveda un pò il discorso tattico perché siamo la terza peggior difesa nelle gare in trasferta dopo Potenza e Grottaglie e la squadra sembra far fatica a supportare un tridente nel quale soltanto Fumai riesce a tratti a dare una mano in fase difensiva.
Domenica, senza neanche Vicedomini che dovrebbe essere squalificato, allo Iacovone ospiteremo la capolista Ischia, regina incontrastata del torneo.
Almeno si lotti con orgoglio e coraggio.
Alla prossima.