di Marcello Fumarola
Taranto-Potenza è stato uno di quei film a lieto fine ma con una trama a dir poco coinvolgente. Un film a volte giallo, come il sole che ha riscaldato lo Iacovone, altre volte misterioso come alcune deliranti decisioni prese dalla terna arbitrale.
Sicuramente a forti tinte rossoblù in campo e sugli spalti, con preponderanza del rosso (Gabrielloni decisivo sul rigore procurato), a volte sin troppo rosso (caro Marino dovresti saperlo che “la Potenza è nulla senza controllo”). Il tocco di blù, anzi di azzurro, è servito a qualcuno per coniare, attraverso uno stendardo, un nuovo tipo di insulto: quello codificato e alfa-numerico. Magari anche geniale, sottile, ma…sarà stato scritto “a mano libera”? In attesa del nuovo “trailer”, o meglio del prossimo impegno casalingo, ci godiamo una squadra che tira fuori la sua spartanità e, pur in inferiorità numerica e senza un lottatore riconosciuto come Marsili in mezzo al campo (lodevole Vaccaro ma fisicamente diverso dal romano), colpisce due volte, barcolla, non molla e trova tra i pali un provvidenziale Mirarco…lo.
Si va avanti, quindi, perchè nessuno è ovviamente disposto ad arRENDErsi; la speranza di chi scrive è che l’ambiente (tutto) ritrovi coesione e condivisione senza lasciarsi “tirare per la maglia”, senza farsi distrarre da voci e situazioni che, al momento, farebbero solo il gioco dei nostri (purtropo immancabili) detrattori. La presenza della Fondazione; la regolarità dei pagamenti ed una corretta gestione societaria; una squadra che, sia pur costruita in notevole ritardo, è arrivata seconda solo per la brillante (?) cavalcata andriese ed ora sembra potersi giocare alla pari le proprie carte in questi playoff; un pubblico che affolla le sale cinematogafiche (pardon i gradoni dello stadio) con numeri da fare invidia a buona parte della Lega Pro e della Serie B; insomma, ci sono tutti gli elementi per continuare a scrivere una bella storia, per far si che questo film diventi una piacevole “saga” e nel frattempo attendere che chi ha giocato (per l’ennesma volta) sporco, fuori e dentro i campi di gioco, faccia spazio a chi è in regola ed è stanco di subire. Lasciatemi stigmatizzare alcuni momenti di contorno (ma non troppo) alla partita: signficativo (comunque la si pensi) il saluto della curva a capitan Prosperi; belli, maturi e “di un’altra categoria” anche gli applausi ai giocatori avversari all’uscita dal campo; meno bello quanto accaduto in fase di rientro ad un pullmann di supporters potentini al quale, a quanto pare, “qualche personaggio cattivo del film” ha voluto fare danni, ignaro che, alla fine, quelle pietre non sono state altro che un beffardo boomerang…
La parte del film che si potrebbe sicuramente tagliare. Tornando al campo dopo il “remake” di Taranto-Potenza, domenica ci sarà un altro deja-vù, con il secondo episodio (a distanza di 9 anni) del film Taranto-Rende. Partita da vincere al novantesimo per evitare, a noi deboli di cuore, i sempre imponderabili calci di rigore (se fai la rima…la vinci prima). Si preannuncia un’altra splendida cornice di pubblico, probabilmente mancante, in questa occasione, della massiccia presenza del pubblico ospite. Che sia un film d’azione (magari tante ed efficaci da parte dei nostri beniamini), che sia un thriller, ciò che non deve cambiare è in ogni caso, il lieto fine. La scritta THE END appaia per gli avversari, noi preferiamo un bel TO BE CONTINUED.
Quanto potrà succedere nei giorni e nei mesi a seguire, sarà un film (si sarà capito che il riferimento non è assolutamente casuale, vero?) del quale è preferibile parlare in seguito, con l’unico auspicio che non si tratti del solito “tormentone estivo” tipico della stagione calda in riva allo Jonio. In attesa delle notizie dagi altri…Campy, RENDE…z vous quindi, come al solito, allo Iacovone, sempre per i 3 punti!… …E adesso la pubblicità.
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