di Fabio Guarini
Il vento, un pessimo terreno di gioco e due squadre senza troppa voglia di farsi male. Siracusa e Taranto pareggiano al “De Simone” accontentandosi del punto: troppe le insidie per scegliere di abbandonare la zona di comfort.
GLI UNDICI
I leoni di Sottil ripartono dal 4-2-3-1. Giordano-Spinelli la cerniera di metà campo, a destra del trio di trequarti c’è il nuovo acquisto Azzi. Catania è libero di svariare, il terzino sinistro di giornata è Sciannamé.
Nigro è recuperato ma non spendibile dal primo minuto: De Gennaro e Prosperi optano per il duo Lo Sicco-Sampietro in mediana. Schema speculare a quello dei padroni di casa, De Giorgi-Bollino e Som-Paolucci gli assi esterni, Magnaghi unica punta (possibile).
START
La classifica pre-match recita Siracusa 27, Taranto 19. Ai padroni di casa spetterebbe dunque impossessarsi della contesa, cercare di proporre qualcosa in più. Ma la contesa parte a rilento e non ci saranno mai accelerazioni degne di nota. È giunto il momento del campionato in cui il calcio è più matematica che storia di campo.
Il Taranto accenna il pressing offensivo quando la manovra aretusea torna indietro. Valente scarica su Sciannamè, l’anello debole della difesa nella gestione del possesso, con Bollino che si scaglia prontamente in pressione sul terzino. Viola (nel cerchio) è pronto a studiare lo sviluppo: in questa occasione dà una mano al compagno e i rossoblù recuperano una palla importante in zona alta. Magnaghi scatta, evita fuorigioco, ma la scucchiaiata di Sampietro sarà imprecisa e terminerà tra le braccia di Santurro.
IL FOCUS SUL MATCH
Il Siracusa cerca di attaccare in ampiezza per costringere il Taranto, molto stretto e corto, a sfilacciarsi. I 4 difensori rossoblù, tuttavia, restano ordinati e presidiano il centro e gli half spaces: le sovrapposizioni di Brumat e Sciannamé vengono quindi assorbite dai rientri di Bollino e Paolucci, che rendono lo schema difensivo rossoblù un 6-2-2. Bollino è senz’altro generoso, ma per la troppa irruenza nei contrasti regala alcuni calci piazzati dal limite, non sfruttati a dovere dagli azzurri.
Gara di qualità per la coppia di sinistra Som-Paolucci: il terzino ionico è attento in fase difensiva e rapido negli spostamenti, il fantasista abruzzese dà vita alla prestazione più consistente dell’avventura in riva allo Ionio.
Il Taranto non deroga al 6-2-2 in fase di non possesso, rimanendo molto basso e compatto nei 30 metri. Nell’occasione l’ultimo a sinistra della linea difensiva è addirittura Viola, in ragione di uno dei cambi di posizione fra lo stesso e Paolucci sovente visti durante il match. Lo Sicco e Sampietro si posizionano in verticale, Paolucci dà uno sguardo al portatore, pronto eventualmente a ripartire con l’ausilio di Magnaghi, l’unico a non avere compiti veri e propri in fase di non possesso.
Tra conclusioni da fuori area (specie degli ospiti) e cross pericolosi ma non troppo (dei padroni di casa) va in archivio la sfida. Esordio per Di Nicola, anche se per pochissimi secondi, ma soprattutto per Emmausso: il napoletano, proprietà Genoa, gestisce con scaltrezza alcune situazioni, dimostrando una conduzione elegante del possesso.
FORWARD
De Giorgi, Altobello, Stendardo più uno, prima Pambianchi ora Som: con questa difesa nessun gol subito tra Melfi, Vibonese, Juve Stabia e Siracusa. Il Taranto 2017 riparte dalla solida realtà di una retroguardia che, almeno nei titolari, è fra le primissime del girone. Ai rossoblù manca qualcosa in fatto di dinamismo e qualità in mezzo al campo: se dovesse arrivare Musacci non sarebbe da escludere un passaggio graduale al 4-3-3 con Bollino/Viola e Paolucci ai lati dell’attaccante. Che potrebbe essere Magnaghi: il mercato delle punte per le “piccole” sembra proporre, almeno per ora, solo potenziali rincalzi.