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Extra Time Rossoblù | Il Taranto che verrà

di Fabio Guarini

Lo 0-0 con la Casertana, che fa il paio con l’analogo risultato di Siracusa, chiude un periodo di molti calcoli e poco calcio. Il Taranto s’è preoccupato di non restare fermo, ha gestito 180’ spendendo il minimo per rinviare ogni discorso di evoluzione a fine sessione di mercato. Il match contro i falchetti non ha dato spunti degni di nota, è già preistoria. Da oggi cambia tutto. I veri segnali da interpretare arrivano dal mercato, che ci ha regalato un rush finale da manicomio. Riavvolgiamo il nastro, stravolgiamo la scaletta per capire cosa sarà il Taranto delle prossime 15 gare. Le ultime, quelle da non fallire.

IL MERCATO ROSSOBLÙ

Dieci i volti nuovi, una nutrita pattuglia composta per lo più da giovani. Contini, Magri, Benedetti, Som, Di Nicola, Maiorano, Guadalupi, Emmausso, Cobelli e Cecconello sono giunti in riva ai due mari per rimpiazzare (almeno) i 7 calciatori ufficialmente in uscita dal club del presidente Zelatore. Tre i prestiti risolti anzitempo: Makarov è tornato alla Fiorentina, Bobb al Chievo che l’ha girato al Padova, Cedric alla Roma prima di tornare al sud (Catanzaro). Hanno rescisso Albanese (Nocerina) e Toni Garcia (Europa FC, Gibilterra) e sono andati via fino a giugno Bollino (Paganese) e il giovane Langellotti (Gravina, ritrova l’altro momentaneo ex Fanelli). Un quadro lineare solo all’apparenza, complicato sia dai tiri mancini di un mercato di riparazione che ha scontentato piazze, società, calciatori, che da alcune gestioni non limpide di singoli casi. Ancora una volta s’aspetta gennaio per fare la spesa al mercato, si scatena il nubifragio e si è costretti poi a ripescare roba dal freezer da scongelare nel microonde. Stranezze, follie del mercato, viste e riviste ad ogni livello del calcio italiano.

COSA SERVE

Umiltà e serietà. Poi la tattica. Il Taranto, più che il dovere, ha la necessità di recuperare i tre over finiti sul mercato e di chiarire alcune questioni. Lo Sicco ha giocato praticamente tutte le gare ed è già in piena forma, Pirrone non dovrebbe avere alcun guaio fisico come paventato da molti, Balzano lo immaginiamo già ben consapevole di essere in una dimensione superiore alle qualità che possiede. Ricordando che rispetto e credibilità non si ottengono facendo scelte cervellotiche o alzando la voce, ma con il lavoro quotidiano e dimostrando le proprie capacità. Vorremmo da oggi più Sarri e meno van Gaal.

IN CAMPO

I mister del Taranto ripartiranno dalla difesa a 4 De Giorgi-Altobello-Stendardo-Som, potendo ora contare su valide alternative. Benedetti, Pambianchi e Magri sono le riserve dei centrali, gli ultimi due mancini di piede e persino adattabili sulla corsia esterna, alle spalle di Som c’è il giovane Di Nicola, dietro De Giorgi il rientrante Balzano, jolly per necessità.

In mezzo al campo 6 calciatori, ovvero Pirrone, Lo Sicco, Nigro, Maiorano, Sampietro, Guadalupi, più Paolucci: nessun big ma tanto assortimento. Il passaggio al 4-3-3 sembra quasi obbligato, perché sarebbe una forzatura il 4-2-3-1 senza Bollino: troppi attaccanti dovrebbero sacrificarsi in un doppio lavoro che non hanno nelle corde. Oltre all’assortimento c’è una grande occasione, quella di liberare da equivoci tecnico-tattici Pirrone, Lo Sicco e Sampietro. Se ai più sono parsi giocatori-fotocopia, e non lo sono per nulla, significa (probabilmente) che non sono stati messi nelle condizioni migliori e nei ruoli più consoni alle caratteristiche che possiedono per molte cause.

Dunque serve un trio dinamico e compatibile, per caratteristiche e attitudini. Pirrone, se in condizione, è il miglior perno centrale possibile, Guadalupi potrebbe essere la mezz’ala destra associativa, Maiorano più del cugino Nigro l’altro intermedio a tutto campo importante senza palla. Diverse, possibili variazioni sul tema, fra cui Paolucci centro-sinistra e un terzo attaccante più offensivo (Emmausso, Cecconello) oppure Potenza.

Il passaggio al 4-3-3 porterebbe meno scompensi rispetto a quello, eventuale, al modulo col trequartista. Il materiale tecnico per centrare la salvezza senza troppi patemi c’è. La differenza, ci ripetiamo per l’ennesima volta, la fanno le motivazioni, il lavoro e le capacità di chi guida la squadra.

Ora si gioca grosso. Le speranze della piazza siano la benzina dello staff e dei ragazzi. Come alla fine di ogni sessione di mercato si tirano le somme, ma la considerazione finale è la stessa: questa è la squadra, allora evviva la squadra. Saranno il tempo e il campo a dare i responsi, e tempo e campo se ne fregano del modo di approcciare la situazione (che sia positivo o negativo) di chiunque. Non si molla un centimetro.

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