Go to Top

Extra Time Rossoblù | Di astuzia, di Potenza

di Fabio Guarini

Con la semplicità, la concretezza, le idee chiare. Il Taranto supera il Catanzaro con una prestazione senza fronzoli, tanta lucidità e pochi rischi. Si regala una classifica più tranquilla, a +4 dalla zona calda, inanellando il terzo risultato utile consecutivo senza subire reti. Solidità e pragmatismo da Pro.

GLI UNDICI

Le assenze di Som e Pambianchi catapultano il giovane Di Nicola nella formazione iniziale. Nel 4-3-3 Nigro e Pirrone sostituiscono gli infortunati Maiorano e Guadalupi, Magnaghi è confermato al centro dell’attacco.

Modulo speculare per Erra, reduce da un ritorno in panchina con vittoria in extremis sull’Akragas. Sirri affianca Prestia in mezzo alla difesa, Zanini è intermedio sinistro, attacco ficcante con Giovinco, Gomez e Cunzi.

START!

Un centrocampo ben assortito quello ospite, con due giovani mezz’ali di cui sentiremo parlare: Icardi e Zanini, coadiuvati dall’esperto Carcione, girano palla con rapidità, nel tentativo di isolare gli esterni d’attacco nell’uno contro uno. Con Giovinco ala destra solo sulla carta, visti i continui movimenti dentro il campo fra le linee, il duello è tutto sulla destra del Taranto con Cunzi-De Giorgi. Qualche affanno in avvio, poi sale in cattedra l’esterno rossoblù grazie ai raddoppi continui del miglior Pirrone della stagione.

Stendardo colpisce il primo palo su schema da corner battuto da Lo Sicco: un sussulto che non tramortisce gli ospiti, anzi li desta. Risponde subito Cunzi, poi Gomez su mischia dal successivo tiro dalla bandierina. Più in generale la prima parte di gara la interpreta meglio l’undici di Erra.

È una squadra da contrattacco il Taranto di Ciullo. Dopo aver affrontato Foggia e Catania i rossoblù hanno per la prima volta la possibilità di fare la partita vista la caratura simile dell’avversario. L’assenza di Guadalupi però toglie la qualità necessaria per un rapido e prolungato giro-palla nonché la carta dell’alternanza tra corto e verticalità. Ne viene fuori un inizio gara bruttino, che porterà poi alla decisione di saltare la seconda linea per giocare sulle palle vaganti.

IL FOCUS SUL MATCH

NigroperLoSicco

Ecco il Taranto che gioca sulle seconde palle. Un lancio sbilenco verso Magnaghi viene rinviato male dalla difesa ospite, il Taranto recupera palla e fa una classica giocata da 4-3-3. L’ala destra Viola viene dentro il campo, liberando il corridoio alla mezz’ala di riferimento Nigro: diverse le soluzioni per il cross, visto il perfetto presidio dell’area di rigore. Colpirà di testa Lo Sicco, mandando alto perché ostacolato. Ma il posizionamento dei 5 uomini offensivi è perfetto. L’efficacia può passare anche dalla semplicità, purché ci sia voglia di applicare i concetti, e Ciullo ha un gruppo decisamente ben disposto.

Due squadre messe ottimamente in campo, una gara studiata nei minimi dettagli. Non c’è spettacolo ma molto equilibrio, soprattutto nella prima frazione, dove prevalgono agonismo e attenzione difensiva. È coraggioso l’atteggiamento ospite: squadra corta e intensa con linee serrate, ai padroni di casa non resta che cercare di saltare il centrocampo con lanchi lunghi a cercare la punta. E Magnaghi, autore di una prestazione completa, cerca più spesso di venire incontro per agevolare gli inserimenti di Viola e Paolucci: da una spizzata del ritrovato bomber nasce l’occasione per l’ex-Foggia, travolto in uscita da De Lucia (punizione n0n accordata). Poi tutto in un minuto, con un destro a giro da lontano di Magnaghi e un’insidiosa conclusione di Cunzi deviata magistralmente da Maurantonio. Colpo su colpo, sussulti in un match complessivamente bloccato.

In queste situazioni può essere un cambio a stravolgere la partita: il super-sub di giornata è Francesco Potenza, la sua incredibile velocità il grimaldello per scardinare l’attenta retroguardia calabrese. Entra al 50’, al 53’ si presenta con un tiraccio dopo un assolo, ripete la giocata dopo altri quattro giri di lancette: stavolta la serpentina si chiude con un assist rasoterra per Magnaghi, che aggancia col sinistro, si gira, e infila di destro sul primo palo De Lucia. Un gol da bomber puro, un’altra dimostrazione che il livello di molti atleti cresce esponenzialmente quando si ha la testa libera.

Gli ospiti tentano da subito il forcing: il Taranto si abbassa e fa ciò che predilige, cioè difendersi negli ultimi metri. Non accade praticamente più nulla. Il Catanzaro mantiene un possesso sterile, inconcludente per via dei pochi movimenti senza palla, demandando il tutto all’estro di Giovinco e Gomez, sempre meno lucidi man mano che scorre il cronometro.

Resta tutto negli intenti di Erra. Prima passa ad un 4-3-3 più offensivo, arretrando Zanini e inserendo Sarao e Maita per aumentare la fisicità, poi all’inevitabile 4-2-4 con la torre Basrak per Giovinco. Azione-reazione: Ciullo risponde. Entra Sampietro (totalmente spaesato) per un esausto Nigro, poi la mossa Magri per Viola, coi tre centrali difensivi per assorbire il doppio centravanti degli ospiti, un 5-3-1-1 in cui Potenza resta l’estrema pendice di centrocampo pronta a lanciarsi in contropiede o a raddoppiare sugli esterni per un ancor più accorto 5-4-1.

Il tempo passa, con finezze d’esperienza: Stendardo irretisce Sirri e lo fa letteralmente cacciare per somma di gialli. Basta quindi un guizzo al Taranto, sempre solido dietro nonostante le continue assenze, e si fa dura per qualsiasi avversario.

FORWARD

Tre vittorie e quattro pareggi negli ultimi sette turni. Una squadra tosta quella di Pochesci, sempre a segno nelle ultime 14 gare e difficile da battere al “Purificato”, dove ha raccolto 25 punti in 13 partite. Il Taranto dovrà fare grande attenzione agli half-spaces, ovvero agli spazi intermedi tra il centro e gli esterni del campo, una terra di conquista per gli inserimenti delle mezz’ali di grande qualità (Varone, Giannone o Bombagi). I laziali sono reduci da un 2-2 beffardo a Cosenza, col pareggio dei calabresi nel recupero del secondo tempo (su tiro-cross di D’Orazio) e una chance incredibile sprecata da Bombagi a tu per tu con Perina sul gong. L’Unicusano gioca per vincere ogni gara, prende in mano il pallino del gioco e lascia qualche spazio in contropiede: il canovaccio prediletto per il Taranto di Ciullo. Una squadra che subisce poco e sa come colpire in transizioni organizzate. Finalmente.

, , , , , , , , , , , , ,