Di Romanzini
E’ stata una grande emozione ieri sera quella di tornare allo Iacovone, in serie C, con diecimila cuori rossoblù a fare da cornice ad una partita finalmente più in linea con il nostro passato, con la nostra storia. Per quelli come me che vengono dal calcio di una volta, sentire l’inno storico del Taranto che avvolge lo stadio, vedere le tre bandiere sui pennoni della gradinata, e percepire quell’atmosfera che solo quello spicchio di Salinella ti sa dare, rappresenta una emozione indescrivibile, che ti fa tornare indietro di anni, come se l’immensa sofferenza provata di recente non ci fosse mai stata.
La partita. E’ stata quella che un pochino tutti ci aspettavamo. Il Taranto è stato protagonista di una gara di sofferenza, e non poteva essere altrimenti per una squadra ricostruita totalmente in velocità dopo il ripescaggio. Il Taranto ieri sera ha mostrato lacune atletiche in molti dei suoi elementi, che probabilmente non hanno fatto una preparazione adeguata prima di venire da noi. Non è un caso che a correre maggiormente siano stati coloro che il ritiro di Camigliatello l’hanno fatto tutto. Oltre al deficit atletico la squadra ha dimostrato di conoscersi ancora poco, e anche questo è un aspetto assolutamente fisiologico per un gruppo in formazione con giocatori ancora in arrivo. Dal punto di vista tecnico, la squadra ha evidenziato le stesse cose buone e meno buone viste in coppa contro il Melfi. Ottima la difesa, che può contare su un portiere esperto e sicuro come Maurantonio bravissimo e attento e su elementi di assoluto spessore come Stendardo, autore ieri di una gara eccezionale durante la quale ha tenuto la difesa ionica e respinto gli attacchi lucani. Le problematiche nascono dal centrocampo in su. La mediana è ancora in costruzione, sebbene ieri sera abbiano fatto buona impressione la grinta di Sampietro e soprattutto la dinamicità del giovane Paolucci. Un tantino meno bene l’esperto Nigro troppo a vuoto nel pressing e soprattutto calato in maniera evidente negli ultimi venti minuti. Sulle fasce, soprattutto a sinistra, c’è un evidente problema, in via di risoluzione con il tesseramento di Garcia. Sull’out mancino ieri sera il Matera ci ha attaccato ripetutamente, quando ha capito che era proprio li il punto debole di una squadra brava a lottare su tutti i palloni e in tutte le zone del campo. C’è voluto il buon De Giorgi, chiamato a cambiare fascia di appartenenza, per tamponare le scorribande lucane a sinistra, ma un giocatore di ruolo in quella fetta di campo ci necessita come il pane. Il bravo Potenza, un Cariello vecchi tempi, si è adattato al ruolo, ma non possiamo chiedere a un ragazzo votato ad attaccare di fare esclusivamente la fase difensiva per tutta la gara. In attacco troppe critiche ha subito il buon Pietro Balistreri, autore invece di una gara di sacrificio ottima al cospetto di una difesa lucana forte e esperta. Pietro deve solo imparare a smistare il pallone con più precisione e velocità, ma deve essere anche accompagnato da qualche compagno in più. In attacco al Taranto, e quindi a Balistreri e Magnaghi che ne rappresentano le prime punte, necessita un partner che sia una seconda punta rapida, contropiedista e prolifica. Senza un elemento del genere l’intero reparto e tutta la squadra vanno in sofferenza, abbandonati totalmente nelle maglie della difesa avversaria, senza palle giocabili, e soprattutto senza occasioni da poter sfruttare. Bene ha giocato il giovane Bollino, ma come accaduto col Melfi, il ragazzo si è espresso molto meglio da trequartista nella ripresa rispetto ad un primo tempo giocato da seconda punta. La società si sta muovendo bene ed in linea con il percorso intrapreso, e questa settimana certamente la squadra sarà completata a dovere.
Ad oggi, gli aspetti positivi sono di gran lunga di più delle cose non buone. Anzitutto lo spirito battagliero che ha mostrato ieri la squadra pur nelle difficoltà atletiche e tecniche, aspetto fondamentale che deve avere un Taranto chiamato a salvarsi. La squadra poi ha dimostrato di saper variare l’atteggiamento tattico in campo, anche nelle difficoltà durante la gara, e questa capacità di essere elastici nell’atteggiamento è aspetto fondamentale in un torneo lungo in cui gli ostacoli durante la stagione saranno molteplici. Ed infine il risultato e la classifica. Un punto è sempre qualcosa di importante, soprattutto se conquistato al cospetto di una signora squadra avversaria che lotterà per la promozione. La classifica oggi, sebbene in fase di inizio campionato, ci colloca a centro classifica, quella posizione che dovremo conservare e preservare, e che significherebbe campionato tranquillo e salvezza sicura.
Una ultima considerazione sul pubblico dello Iacovone, 10000 anime che hanno saputo supportare la squadra con il tifo e soprattutto economicamente la società con un incasso da serie A. Quel connubio di ieri deve rappresentare il vero fondamento di una stagione particolare e bellissima, perchè dall’unione della società e della squadra con la sua gente deve poter nascere qualcosa di veramente importante per il futuro del calcio nostrano, perchè non potrà esserci nessun traguardo se non lo vogliamo davvero tutti. Forza Taranto!!!
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7 Settembre 2016 - 07:42
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