a cura di Angelo Briganti
1) Nulla da perdere. Il Taranto ha solo da guadagnare.
In questi casi si dice così. Questa gara, in realtà, si presenta con le stesse caratteristiche dell’andata. La differenza di potenziale è evidente, così come i punti in classifica, i numeri, gli uomini, le ambizioni, le disponibilità economiche. Per fortuna però arriva in un momento particolarmente positivo per i rossoblù. Un pò come all’esordio di questo campionato, lì dove l’entusiasmo, la novità ed il rocambolesco ripescaggio diedero ai rossoblù quella spinta emotiva in più, che portò al pareggio nonostante l’evidente superiorità dei materani. Il Taranto però, in questa fase, non ha solo caratteristiche umorali positive dovute ai 7 punti accumulati nelle ultime tre gare: comincia infatti ad assumere forma nonostante un (pur validissimo) modulo “tampone”, che sarà probabilmente ritoccato numericamente e qualitativamente. Si spera, anche, definitivamente. L’ambiente comincia ad apprezzare il lavoro e l’impegno dello staff tecnico, che senza tanti piagnistei fa di necessita virtù. Insomma: da Matera non si escludono sorprese.
2) L’avversario: il MATERA
Numeri impressionanti. È la squadra che, più delle altre pretendenti alla promozione finale, ritengo più solida, equilibrata, completa, quadrata e meno soggetta a colpi di testa. È allenata da un profondo conoscitore e stratega come Auteri, che proprio in questo periodo, storicamente, comincia a dare segnali di prepotenza atletica e tattica. Il suo modulo (3-4-3) ha la particolarità, una volta assimilato bene dagli interpreti (scelti da lui), di essere un alleato in più per la fluidità del gioco, contestualmente a risultati e numeri da capogiro. Primo posto in condominio col Lecce. 39 punti su 19 gare. Nessuna sconfitta nelle ultime 5 gare, dove ha raccolto ben 13 punti. E poi il primato più prestigioso. Possiede il miglior attacco (44 reti) di tutti i campionati professionistici, con Negro capocannoniere autore di 12 reti. Un attaccante che non è esattamente il prototipo dell’estetica, ma continua ad essere molto funzionale nell’idea di gioco di Auteri, soprattutto in termini di risultati e di gol. Sono proprio questi numeri, incontrovertibili e difficilmente imitabili, che trasmettono alla squadra più “debole” quella tranquillità mentale che, a volte, produce effetti insperati.
3) Il modulo: 3-4-3
Come già detto in occasione della gara d’andata, è il modulo standard di mister Auteri, con molte varianti rispetto alla sorprendente Nocerina di qualche anno addietro. Squadra aggressiva, equilibrata ma anche razionale ed elastica. Si dispone con il giovane, affidabile Alastra in porta. La linea dei tre è composta da Ingrosso sul centro-destra e Mattera sul centro-sinistra. Il “libero a tre” (termine usato dagli addetti ai lavori) in mezzo è il vecchio e sempre affidabile De Franco. Parliamo di un trio-garanzia per la categoria. Le riserve sono Piccinni e Scognamillo. A centrocampo sarà assente l’esterno destro Di Lorenzo, calciatore che difficilmente rivedremo in Lega Pro per il prossimo anno: sarà sostituito dall’ex livornese Meola. L’altro lato sarà occupato da Casoli, ex esterno alto e vecchia conoscenza della serie B, “spostato” da Auteri in un ruolo che occupa bene, con disinvoltura: nella parte offensiva è attaccante, anzi il quarto attaccante in fase di possesso. Valore aggiunto del Matera. In mezzo due fuoriclasse della categoria: Iannini (6 reti) ed Armellino (7 reti). Centrocampisti completi e dinamici. Quest’anno si sono ancor più completati, visto che riescono a concludere con successo e ad ottimizzare la grande mole di gioco. Del trio d’attacco (Strambelli, Negro e Carretta) poco da dire. Conosciamo bene questi attaccanti: fantasia, velocità, esperienza, furbizia e qualità. Possibilità di arrivare in rete in tanti modi. Ma avranno di fronte una difesa all’altezza. Vedremo.
Buon Taranto a tutti, AB