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Extra Time Rossoblù | Sacrifici ripagati

di Fabio Guarini

Sei punti nelle ultime tre partite, una sconfitta immeritata a Monopoli e due nette affermazioni in altrettanti scontri diretti, un gol subito a fronte di 4 realizzati. I numeri, positivi, fanno il paio con la crescita a vista d’occhio del Taranto di Fabio Prosperi. Un sussulto vitale, mentre il girone d’andata sta per esaurirsi. Un colpo di coda non certo inatteso per gli osservatori, arrivato nel momento giusto ma preannunciato da sparute luci nel mare magnum di settimane contorte e deprimenti.

GLI UNDICI

Giuffrida non è al 100%, Leonetti non ce la fa: mister Costantino è costretto a ripiegare sul 4-4-1-1. Tindo affianca Chiavazzo nella zona nevralgica, Legras e Yabré si allargano, Favasuli cerca di alleviare la solitudine di Saraniti.

Bobb per Potenza e il Taranto resta uguale alla versione vincente del match col Melfi. Il gambiano è al centro della linea a tre dietro Magnaghi, con Viola preferito a Bollino e stavolta largo a destra. Difesa confermata, Sampietro-Nigro duo di metà campo.

START

La Vibonese ha segnato 9 volte in 17 gare e fa una fatica di Sisifo per arrivare in porta. Pur essendo un ottimo attaccante da provincia della provincia del calcio, Saraniti è tristemente isolato e preda della retroguardia ionica. La squadra probabilmente più debole del campionato è encomiabile negli intenti quanto inefficace. Costantino chiede un prolungato giro-palla per arrivare al cross, al contempo i centrocampisti restano troppo bloccati nelle posizioni e non guarniscono l’area a sufficienza per causare problemi al Taranto. Gli altri rossoblù, quelli ospiti, restano guardinghi e studiano le contromosse per muovere il compassato tandem avversario Manzo-Sicignano e dunque fendere la terza linea vibonese.

IL FOCUS SUL MATCH

Dal primo, vero squillo del Taranto alla mezz’ora di gioco nasce il gol. Bobb prova il destro dal limite, Russo devia in corner: lo batte proprio il ’96 verso il secondo palo, Nigro si sgancia coi tempi giusti e calcia sporco. Sabato stoppa ma c’è in agguato Magnaghi che insacca, lesto. È l’epifania del centravanti bergamasco.

Tutto nasce dalla capacità di Bobb di liberarsi al limite e poi calciare col piede, in teoria, debole. Il gambiano disputa la gara finora migliore del campionato in una posizione inedita: da trequartista centrale può sfruttare la notevole forza fisica negli spazi, ha più libertà e meno assilli nella gestione, limita i danni da cali di concentrazione a cui è avvezzo, ha maggior possibilità di esercitare conclusioni dalla media distanza. Per com’è strutturato il 4-2-3-1 c’è da scommettere che Bobb, in quel ruolo, verrà riproposto da Prosperi.

64tagliopaolucci

Viola gioca da terzo a destra nella trequarti ionica per la prima volta, facendo “il Bollino” . L’impiego in fascia sembra responsabilizzarlo e lo rende più associativo e meno individualista. In questa azione converge sul piede forte, avvicinandosi al riferimento centrale (Sampietro, nella contingenza in luogo di Bobb): Magnaghi si allarga sul secondo palo, Paolucci effettua un taglio profondo dei suoi. Il fantasista ex-Foggia serve quindi Sampietro e questi smista per il taglio del 5 ionico, il cui destro incrociato si spegne a lato di pochissimo. Ma l’azione, pregevole per ideazione e sviluppo, resta.

La terribile sterilità offensiva dei locali viene mascherata a tratti dall’ottima prova di Saraniti, un calciatore abilissimo nel giocare spalle alla porta e dalle notevoli doti acrobatiche. Un imbolsito Favasuli non riesce a raccordare il folto centrocampo calabrese con la punta ex-Viterbese: il Taranto rischia pochissimo e gestisce la partita con assoluta tranquillità. Finirà 11 pari il conto delle conclusioni, 7-5 nello specchio per il Taranto, mentre il computo dalla bandierina è 6-2 in favore dei locali. La retroguardia rossoblù scricchiola ma tiene nonostante il cambio forzato (Balzano per Pambianchi) che porta il nuovo entrato a destra della linea difensiva a 4, con De Giorgi spostato a sinistra. Entrerà poi Lo Sicco (sempre più tuttofare, inserito a destra dietro la punta) per Magnaghi, il cui ruolo verrà rilevato da Viola. Proprio il rigorista ionico, prima dello spostamento tattico, si produce in una serpentina, conclusa da un sinistro masticato ma angolato a sufficienza da chiudere il match.

Il Taranto non sfrutta il terzo cambio: l’intento di Prosperi sembra ormai quello di sfruttare i 14-15 calciatori di cui si fida. Bocciatura virtuale per Pirrone e Garcia, risparmio energetico per un Bollino non al top. La Vibonese vorrebbe ma non può, perché non ha: Costantino inserisce Scapellato e il diciassettenne Surace proprio per non lasciar nulla di intentato, ma la panchina vibonese è ancor più esigua di quella ospite.

FORWARD

Ci eravamo lasciati con la sconfitta nel derby col Lecce, con un Taranto ancora in cantiere, senza un modulo di riferimento, senza gerarchie stabilite. Dopo tre match ben giocati la squadra di Prosperi ha trovato diverse certezze e consapevolezze: il 4-2-3-1, una difesa solida e con Altobello-Stendardo sugli scudi, un centravanti cresciuto di pari passo al gioco di squadra, l’atteggiamento di Nigro e Paolucci, le qualità di Viola. Con questi presupposti il trittico Juve Stabia-Matera-Cosenza non appare così proibitivo, ma ogni punto in più sarà guadagnato: il vero obiettivo di questo fine 2016 sarà carpire dall’espressione del campo cosa servirà al Taranto. Che oggi è squadra, ha trovato le guide e i punti che merita. Ed ora rivuole indietro il pubblico di agosto.

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