La parte più nobile del silenzio è una rara qualità, solo di alcuni. Di chi preferisce i fatti alle parole, gli obiettivi ai sogni, la sostanza all’apparenza. Il Michele Cazzarò giocatore è descritto dalle immagini televisive (spesso in rossoblù – a Taranto, Sassari e Lumezzane – quasi una seconda pelle) e dai freddi numeri statistici ritrovabili nel web. Abituato a correre. Sempre. Destinato a lottare. Sempre. Ha costruito e distrutto gioco in mezzo al campo. Sempre. Precursore di quella categoria di giocatore moderno considerato “tuttocampista”. Veloce a capire ed anticipare la giocata: un tempo avanti a tutti.
Michele Cazzarò non ha mai, definitivamente, disfatto il borsone. Neanche dopo l’ultima esperienza da giocatore ad Andria (tempo e destino si riallacceranno domenica). È tornato in mezzo al campo con tuta, fischietto, idee e un bagaglio d’esperienza da diffondere ai più giovani. Ha trasformato i limiti in opportunità. Ha studiato e visionato calciatori di ogni categoria: dai giovanissimi ai professionisti con quella costante curiosità di scoprire e aggiornarsi tipica degli ambiziosi. Ha preferito parlare di calcio soprattutto all’interno del sacro tempio per un giocatore: lo spogliatoio. Lontano dalle luci televisive o dalle comode poltrone da tribuna. Custodisce con attenzione numerose relazioni di squadre che hanno militato nel girone H della serie D (ora più che mai utili). Uno sguardo e un pensiero che non si riposa.
Tifoso, giocatore, educatore e neo tecnico della prima squadra con la consapevolezza di cosa vuol dire e cosa rappresenta il calcio a Taranto. Michele Cazzarò è un tarantino che ha fatto dello Iacovone la sua seconda casa.
Silenziosamente. A parlare, come d’abitudine, sarà solo il campo.
Scritto da Francesco Vozza.
Laureato in Scienze della Comunicazione. Giornalista pubblicista tarantino con diverse e proficue esperienze professionali. Radio, carta stampata, agenzie di stampa, web e web radio. Ufficio stampa del Taranto FC nella stagione sportiva 2013 – 2014.
