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UNA “BELLA” STORIA (FINO AL NOVANTESIMO) | SEMPRE PER I TRE PUNTI

di Marcello Fumarola

Ebbene si; proprio a ridosso dei minuti tanto cari a Cesarini e che a molti fa tornare in mente la storica trasmissione del compianto Paolo Valenti, Peppe Genchi realizza con fredda sicurezza il rigore che regala al Taranto ed a Taranto il seguito di quel film di cui parlavamo la scorsa settimana. Una battaglia vinta soffrendo, pertanto ancor più bella; subendo all’inizio per poi riorganizzarsi e partire al contrattacco di un avversario che ha confermato anche allo Iacovone i suoi tanti pregi e pochi difetti. Musica per le orecchie di chi scrive e delizia per gli occhi, il preludio all’ingresso in campo delle squadre.

La coreografia a dir poco spettacolare della Curva Nord viene infatti accompagnata da un sorprendente e suggestivo annuncio: “Taranto e Sparta, esclama con giusta enfasi l’altrettanto storico speaker, per una magica coincidenza scendono oggi in campo, unite dagli stessi colori e unite dallo stesso obiettivo da raggiungere, ovvero la promozione in C” (in Grecia la chiamano ancora così); unite dal passato, aggiungerei e (c’è davvero da sperarlo) anche da un futuro legame socio-culturale; ma questi sono altri discorsi. Da veri Spartani pronti a scrivere un altro pezzettino di storia hanno lottato i nostri giocatori sul terreno di gioco; a testimonianza di quanto scrivo, c’è un bellissimo scatto fotografico che immortala l’anima di questa squadra, Giampaolo Ciarcià a difesa, con ogni mezzo e parte del corpo possibile, del prefzioso possesso di palla. Anche questo accadeva oltre il novantesimo; anche e soprattutto questo, è il Taranto che vogliamo. Peccato che il Fano sia riuscito a superare (solo ai rigori) tra le mura amiche, la squadra ospite, lo Scandicci che, con un po’ più di precisione dagli undici metri, ci avrebbe forse regalato un’altra storia di colori, passione e..vittoria allo Iacovone. Tocca invece recarsi a Viterbo, laddove, nel momento in cui scrivo, il tentativo di “portare a domicilio” la nostra passione, sembra possa essere mortificato da decisioni dell’ultim’ora che penalizzerebbero la tifoseria rossoblù e rischierebbero di far rimanere la nostra squadra un po’ come la cosiddetta “zita di Ceglie”. La speranza è sempre l’ultima a morire ma resta quella fastidiosa sensazione di una poco chiara manovra tesa, più che altro, a “tenere a bada” l’esodo rossoblù alla conquista del Lazio. “Storie di tutti i giorni” affermerebbe Riccardo Fogli; storie di quasi ogni trasferta, risponderebbero i tifosi tarantini.

In ogni caso, l’obiettivo degli uomini di Cazzarò è di quelli che, in matematica, si definirebbero “inversamente proporzionali”. Ovvero scremare, diminuire il numero delle contendenti alla vittoria dei playoff per veder vertiginosamente aumentare le percentuali di ripescaggio. Opportunità che il presidente Campitiello ha confermato di voler cogliere (quasi) ad ogni costo. Eh si perché, anche in questo caso, le voci che girano relativamente ad un possibile “fondo perduto” di ben 600.000, necessario (oltre alla fideiussione di pari valore) per poter ambire al ripescaggio, vanificherebbero i tentativi di molte società tra le quali, mi permetto di dire legittimamente, potrebbe rientrare anche la nostra.

Dal punto di vista tecnico/tattico è alquanto probabile che il Taranto si ritrovi ad affrontare una partita diversa dalle ultime due di palyoff. Dai nomi che si leggono nella rosa viterbese, il tasso tecnico della squadra di mister Gregori potrebbe metterci in difficoltà, considerando anche come, al momento, Vaccaro e Ciarcià continuino ad avere poche alternative nella zona nevralgica del campo e, alla lunga (ma non troppo), potrebbero accusare qualche colpo a vuoto ed avere bisogno di rifiatare. Non è da scartare anche una possibile rivisitazione del modulo da parte del buon Michele Cazzarò, sfruttando magari la corsa di un Colantoni o il “peso” di un Oretti in mediana, piuttosto che una eventuale ritrovata condizione fisica di Mignogna. Nella speranza e nella consapevolezza di avere le giuste risorse ed armi per mettere in difficoltà il quotato avversario.

Un avversario che mi porta alla mente una sfida in serie C di qualche anno fa, quando, sotto un diluvio impressionante, due rigori realizzati da Giacomo Filippi ci consentirono di riacciuffare il pareggio; proprio dopo il penalty del 2-2, un “piccolo grande” e quasi storico tifoso della gradinata decise di festeggiare alla Klaus Dibiasi, ovvero tuffandosi letteralmente in una “pozzanghera rossoblù”. Potrete ben capire come, le condizioni fisiche dello stesso supporter nella settimana successiva, abbiano avvalorato e rafforzato la definizione di… “malate pù Tarde”.

Aneddoti a parte, nonostante le premesse e l’approccio “extra calcistico” a questo match stia riservando qualche inattesa problematica della serie “maiunagioia”, resta la speranza che i nostri abbiano ancora risorse fisiche e presenza mentale per lottare altri 90 minuti (più eventuali rigori), affinchè quel concetto di “spartanità” non resti un inutile quanto virtuale e fugace spot ma diventi, sempre più, orgoglio, senso di appartenenza e spirito di squadra. Se volete, quindi, cantate con me: “Con la grinta e con il cuore, Taranto è l’unico amore; fieri della nostra storia, noi vogliamo questa vittoria!” Sempre per i 3 punti…(ma ci accontenteremmo anche di uno solo e di 5 rigori vincenti)…AUH AUH AUH!


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