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Testimoni di una “fede” | Una nuova rubrica

TESTIMONI DI UNA “FEDE”
Nuova iniziativa editoriale di fondazionetaras.it

Tutti abbiamo una storia da raccontare, un’emozione da condividere, un aneddoto da svelare, un retaggio da tramandare.
Come sei diventato tifoso del Taranto? Qual è il tuo primo ricordo rossoblu? Chi ti ha introdotto a questa passione? Qual’è stata la tua prima partita allo Iacovone? Qual’è stata la trasferta più memorabile? Quale stagione calcistica porti nel cuore più di altre? Quale cimelio custodisci con più cura?

Scrivici a una-storia@fondazionetaras.it e raccontaci la tua storia. Le migliori storie saranno pubblicate.

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In questa foto, gli Angeli della Sud, storico gruppo ultrà del Taranto, impegnati nella consegna di una targa in marmo in ricordo del grande Erasmo Iacovone.

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La redazione di taras706ac.it è formata da volontari, non professionisti, che si dedicano al progetto Fondazione Taras con passione, spirito di servizio, amore e la giusta dose di follia.

0 Responses to "Testimoni di una “fede” | Una nuova rubrica"

  • Admin
  • Patti Landes
    2 Settembre 2013 - 08:18

    Io sono Americana, cresciuta a Las Vegas. Più di trent’anni fa, dopo sette mesi di servizio in Sicilia, fui trasferita a Taranto come missionaria della Chiesa Mormone. Era l’ottobre del 1980. Avevo subito sentito qualcosa di diverso in questa città. Le persone che incontravo erano amichevoli in una maniera che non avevo mai provato prima. Sentivo di far parte d’una grande famiglia. Ancora oggi conservo tante amicizie strette in quell’epoca, ed ogni volta che vado in Italia, passo un po’ di tempo a Taranto. E’ una bella città, con una grande storia. Quanto mi piaceva camminare sul Lungomare, incontrando la gente di sera, mangiando un buon panzerotto!
    Mi piaceva bussare alle porte dei tarantini. Spesso ci invitavano a cenare, senza nemmeno conoscerci. Poco dopo essere arrivata a Taranto, scoprii che la città si fermava per una cosa sola: il calcio, la squadra rossoblu. Nei giorni in cui c’era una partita, nessuno ci faceva entrare in casa. Tutta la città era concentrata sulla partita allo stadio. Nell’aria c’era un energia che si poteva quasi toccare. Era come una grande festa. E poi, come potrei dimenticare quel rumore emanato dallo stadio? Avrei voluto essere lì dentro a guardare la partita! All’epoca non fu possibile, ma adesso sogno il giorno in cui potrò stare dentro lo stadio Iacovone per veder giocare i “rossoblu”! Considero Taranto come la mia seconda casa e mi fa piacere sostenere nel mio piccolo la squadra di calcio di Taranto. Taranto: bella città, brava gente, amici eterni.