Se una squadra non gira la responsabilità è principalmente dell’allenatore. E il Taranto quest’anno non ha mai girato veramente. Nelle ultime due gare, poi, alla sterilità tattica abbiamo assistito anche a poca voglia di giocare. Normale che il mister sia sulla graticola. A Brindisi qualche tentativo di svolta c’è stato cambiando l’assetto difensivo, ma la partita è stata ugualmente un pianto e soprattutto uno schiaffo ai 700 tarantini che hanno affollato il Fanuzzi suscitando l’invidia del presidente Flora. Peccato che i campionati non si vincano con il pubblico! Saremmo in ben altre categorie.
Il rapporto tra Maiuri e i tifosi è ormai compromesso. E a Taranto è difficile, se non impossibile, ricucire un rapporto compromesso. Se anche vincessimo con il San Severo – e non è detto che ci riusciamo – diremmo che in fondo abbiamo vinto con una squadretta di bassa classifica. Ci vuole un cambio di rotta che duri ben più a lungo di una sola partita. E pensare che soltanto due mesi fa, nel ritiro di Camigliatello, Maiuri era stato acclamato a gran voce come “uno di noi”! Per non parlare della standing ovation di qualche anno fa quando tornò allo Iacovone da avversario. Un uomo che prima era rispettato e amato e che oggi non lo è più. Forse Maiuri sconta il “peccato originale” di essere stato scelto in contrapposizione a qualcun altro. Tutto questo però, allo stato attuale e ai nostri fini, è poco importante. Bisogna chiedersi, invece, se sia davvero una buona idea esonerare un tecnico alla sesta giornata.
Non c’è soltanto Maiuri, infatti. C’è anche una squadra che va in campo tutte le domeniche. Uomini che sono improvvisamente diventati “morti che camminano”. Involuzione che non può essere frutto di una preparazione sbagliata e nemmeno dell’assenza di indicazioni tattiche precise. Non può che avere radici più profonde. E mi sembrerebbe alquanto strano che calciatori abituati a giocare in piazze esigenti, anche più della nostra, soffrissero la pressione di Taranto. Allora mi piacerebbe che, una volta tanto, ci fosse trasparenza anche da parte loro. Mi piacerebbe che un Carloto o un Ciarcià o un Muwana, ma anche “il pescatore di perle” Clemente, che qua a Taranto cerca un riscatto dopo una stagione complicata (parole sue!), ci dicessero le ragioni del loro repentino peggioramento. E senza ricorrere alle frasi di circostanza che i calciatori imparano a memoria fin dai pulcini tipo “dobbiamo soltanto lavorare isolandoci dall’esterno” oppure “è un problema di testa ma nello spogliatoio siamo tutti uniti” o anche “bisogna invertire la rotta, lo dobbiamo ai nostri splendidi tifosi”. A Taranto siamo cresciuti a pane e calcio, ed era calcio di livello. Non prendeteci in giro. Maiuri quantomeno la faccia l’ha messa. Voi ancora no.
C’è poi chi questa squadra l’ha costruita con lavoro certosino per tutta l’estate. Ha insistito sugli under raccontandoci che era fondamentale trovarne alcuni di indubbia qualità più degli over. Poi su dieci che ha preso ne ha indovinati appena due (Migoni e Marani). Ci ha detto che bisognava agire per reparti e si è accorto soltanto alla terza giornata che la difesa traballa pericolosamente e non soltanto per colpa di Prosperi (un altro agnello sacrificale di questo inizio di stagione). E soprattutto non vi ha ancora posto rimedio. Ha avuto finora buon gioco a nascondersi dietro il tirassegno contro il mister. Ma non si può ignorare la sua parte di responsabilità.
Infine la società: presente ma senza una guida vera. Socio di riferimento e presidente sembrano non parlare la stessa lingua. Uno lancia messaggi distensivi, l’altro striglia a mezzo stampa squadra e mister e nella domenica in cui viene deciso un silenzio stampa lancia un appello su Facebook. Spetta a loro difendere un progetto che hanno caparbiamente proposto quest’estate. Il campionato è lungo e la nave si può ancora raddrizzare. Basta non farsi prendere dalla tentazione del consenso a tutti i costi. Il calcio è fatto anche di scelte impopolari. E se esoneri alla sesta giornata un allenatore, poi ne devi prendere uno che sia nettamente più bravo. Abbiamo visto cosa è successo dopo l’esonero affrettato di Braglia. Si può anche offrire la testa di Maiuri su un piatto d’argento per placare la rabbia (giustificata) dei tifosi, ma siamo sicuri che il problema sia solo quello?
8 Ottobre 2013 - 19:59
caro kuldelski un pensiero che condivido….hai tracciato bene le responsabilità…..dopo sei partite di campionato e le due di coppa italia siamo in grado di dare un giudizio tutti personalissimo…..squadra nella media totale con due partite perse due pareggiate e due vinte tanti gol fatti tanti subiti tra le prime in classifica con i numeri peggiori e tre scontri diretti non vinti con un pareggio e due sconfitte secche…nel ruolo del portiere under 18 anni non sono in grado di dare un giudizio definitivo dopo il rigore parato nella prima di campionato nelle successive cinque partite ha incassato nove gol che sono tanti e troppi per un giudizio ma di sicuro luca masserano il suo secondo non è all’altezza di sostituirlo in futuro….di sicuro maraglino dei 50 punti dell’anno passato una decina se li è guadagnati da solo…..sempre dell’anno scorso abbiamo tenuto i più forti prosperi molinari e mignogna che troveremo molto utili in prosieguo di campionato anzi indispensabili…….meno vicedomini che stiamo rimpiangendo e rimpiangeremo un tassello mancante e ad oggi insostituibile dico ad oggi perchè un ibrido di centrocampo…sempre a ridosso della difesa a copertura di non possesso e sempre disponibile a proporre qualcosa per gli attaccanti in fase di possesso palla….considero la squadra forte con delle eccellenze ma bisognosa con urgenza di esterni alti più disponibili nella fase di non possesso a coprire le fasce in simbiosi con gli esterni bassi e i due centrali di centrocampo per una copertura più efficace alla “tufo” garufo…..saluti e respiriamo taranto