Sarà un caso ma è davvero una coincidenza singolare che nell’ultima partita casalinga del Taranto abbia segnato una doppietta, la prima della sua carriera, Fabio Prosperi, il capitano di Taranto, ormai vero e proprio simbolo rossoblu rinnovato nelle varie fasi attraversate dalla storia recente della nostra squadra.
Lui che quest’estate ha giurato fedeltà eterna al Taranto accettando di scendere in serie D, in barba alle malelingue e ai malpensanti che dicevano che lo avesse fatto perché non aveva altre offerte. Lui che ha tirato la carretta nei momenti più difficili, ha fatto spogliatoio, ha dato l’anima in campo sempre. Sarà un caso, ma l’ultima gara casalinga, quella che ha suggellato un girone di ritorno da quasi primato con 32 punti conquistati e sole due sconfitte, ha visto come protagonista proprio Prosperi, l’uomo della continuità degli ultimi otto anni di vita del Taranto.
Sarà anche un caso, ma domenica ha segnato anche Giuseppe Curri, lui che aveva siglato il primo gol nella prima gara ufficiale del Taranto di questa stagione, in Coppa Italia a Grottaglie. Ha avuto sì un assist generoso da Molinari, ma ha infilato la palla in porta con la giusta freddezza, quasi a chiudere il cerchio di un’annata tribolata e, fortunatamente, conclusa bene.
Sarà pure un caso che domenica abbia segnato anche Hernan Molinari. L’eroe arrivato in treno da una squadra abruzzese semisconosciuta, che si è guadagnato la stima e l’affetto dei tifosi rossoblu lavorando a testa bassa e a suon di gol, alcuni di rapina, altri di pregevole fattura. Uno capace di togliere le castagne dal fuoco nei frangenti di gara più difficili, perché in fondo è questo il mestiere del bomber: segnare al momento più opportuno.
Sarà un caso che siamo ancora ad aprile e già parliamo di futuro. L’anno scorso di questi tempi avevamo paura di pronunciare la sola parola. Contavamo gli stipendi pagati, fantasticavamo su imprenditori di autogrill, su pacchetti azionari ceduti, su cordate campane capeggiate da un improbabile signor Esposito. Sapevamo perfettamente che erano tutte bufale, ma ci saremmo aggrappati a tutto pur di sopravvivere.
Oggi siamo tornati a discutere su chi deve restare e sui nuovi arrivi. Ci chiediamo: “Pettinicchio, sì o no?”. Sentenziamo: “Io Cordua lo terrei” oppure “bisogna ripartire da Prosperi, Vicedomini e Molinari”. Siamo consapevoli che “bisogna saper scegliere gli under”. Sarà pure un caso, ma dopo un anno siamo tornati a parlare di calcio. E questa è già una grande vittoria.