Il Taranto batte il Trani con un risultato tennistico grazie a Molinari che ‘ubriaca’ per due volte la difesa avversaria e a una ‘zampata’ di Gatto. La prima del 2013 regala succulente “chicche” giornalistiche ma anche una squadra che riprende a lottare, più consapevole, forse, delle insidie di una classifica che non lascia spazio a disattenzioni. Quelli con il Trani sono punti pesantissimi proprio perché presi contro una “cenerentola” (altra abusata chicca giornalistica) del campionato. Queste partite si vincono e basta! Un passo falso in queste gare può costare il campionato, vedi i tre punti persi a Potenza che ancora gridano vendetta.
Il risultato tennistico, che mancava dal 1997-1998 in casa con il Lagonegro, si specchia in un terreno di gioco che finalmente somiglia più a Wimbledon che a una strada sterrata di campagna. Così come è una bella notizia vedere i progressi fatti nella ricostruzione dell’anello inferiore della Curva Nord. Ora sì che possiamo sperare che riprenda la sua piena capienza in tempi brevi.
In un’epoca in cui un certo ‘sistema’ calcistico vorrebbe che tifassimo tutti per le cosiddette grandi Juventus, Milan e Inter, cosa che non accade in Inghilterra dove ogni tifoso tifa per la squadra del quartiere in cui è nato, che si chiami Chelsea o Fulham poco importa, sorprende la dichiarazione del nuovo arrivato Alessandro Gatto che ha come idolo Gianluca Triuzzi e non i vari Messi, Cristiano Ronaldo e compagnia cantante. Evidentemente c’è ancora chi vede il calcio come espressione di riscatto sociale di una comunità e non come megashow televisivo.
Certo stupisce che sia così per un giovane del ’94 come Gatto nato quando il calcio già andava in tv il sabato, la domenica pomeriggio, la domenica sera e qualche volta pure il lunedì. Quel calcio in cui le coppe europee non sono più tre ma due e non si giocano più soltanto il mercoledì pomeriggio ma anche il martedì e il giovedì. Il calcio delle scommesse rimaste impunite (altro che Milan e Lazio retrocesse d’ufficio in B come avvenne negli anni ’80) e di piazze come Chievo, Sassuolo o Cittadella che stanno in A o in B ma non rappresentano nessuno se non pochi intimi, mentre città come Taranto, Foggia, Messina o Cosenza sono costrette ad annaspare in D a fasi alterne. Il calcio in cui Abete sarà per l’ennesima volta riconfermato presidente della Figc e Macalli è da almeno cento anni alla guida della Lega di C.
Cosa chiedere al 2013 appena iniziato? Di essere migliore del 2012 ovviamente e ci vuole poco. Di regalarci un pizzico di fortuna in più. E anche in questo basta poco. Di dimostrarci che in questo mondo i cattivi alla fine pagano e i buoni trionfano. Finora non è successo. E se va avanti così, finisce che uno si convince che i cattivi siamo noi. Perché altrimenti questi ultimi terribili 20 anni di storia della città e del calcio, con la ciliegina, si spera finale, del 2012, non si spiegherebbero. Quindi caro 2013 riporta un po’ di giustizia su questa città. Noi, che armati di passione e pazienza ancora andiamo dietro a questi colori, il giorno della riscossa non faremo mancare i nostri canti e le nostre bandiere così come non li abbiamo fatti mancare mai, nemmeno nei giorni più bui.
Buon 2013 a tutti.