Go to Top

Un’idea nuova, un calcio diverso

Doveva essere ieri per il Taranto ed i suoi tifosi la domenica dell’appuntamento con la storia, con quella serie B che doveva essere riconquistata dopo 20 lunghissimi anni di purgatorio.

Invece ieri è stata la domenica della consacrazione e dei festeggiamenti (come al solito) degli altri, di quella Pro Vercelli che nonostante l’inferiorità tecnica evidente riesce a conquistare la cadetteria alla faccia delle ben più blasonate Taranto, Sorrento e Carpi.

Fa specie vedere come a 10 minuti precisi di orologio dalla fine del match spareggio vinto contro il Carpi, dei tifosi della Pro Vercelli e dei loro festeggiamenti non si trovi più nessuna traccia nel vecchio stadio Braglia di Modena, come se quello successo fosse un fatto normalissimo di quotidiana routine.

Fossimo andati noi, a Taranto, in serie B, avremmo probabilmente fatto impallidire il Carnevale di Rio, ma tant’è.

Cala dunque il sipario sulla Prima Divisione 2011-2012, un campionato strano che ha evidenziato ancora una volta l’attenzione della Lega per quelle società forti economicamente.

Nella vecchia serie C non c’è spazio per gli affaristi, per gli approfittatori, per gli speculatori; il numero uno della Lega, Macalli, è stato chiaro: nessuna pietà per chi non crede nei giovani e in un programma legato agli stessi.

A Taranto ci stiamo ancora leccando le ferite della semifinale persa qualche settimana fa. Quelle ferite con il passare dei giorni si stanno dimostrando ancora una volta, purtroppo, mortali per il calcio nostrano.

I debiti da ripianare per poter salvare la categoria sarebbero tanti; l’ammontare degli stessi si aggirerebbe (condizionale d’obbligo) sui 4,5 milioni di euro, con la prospettiva, in caso (improbabile) di subentro da parte di qualche imprenditore, di ripartire con una situazione di austerity totale in tema di squadra da costruire e stagione da affrontare, e sei punti in meno in classifica da conteggiare all’inizio del torneo prossimo.

Come sovente accade in questi casi la città, incapace di dare soluzioni in continuità, inizia già a pensare al peggio, che tradotto in gergo sportivo significa ripartire con una nuova realtà dalla serie D.

Gli avvoltoi stanno svolazzando da tempo su ciò che resta del pallone rossoblù, pronti a riprendersi a quattro soldi un giocattolo che a loro serve solo per alimentare le proprie tasche e illudere una piazza che merita ben altro.

Per evitare il ritorno ad un passato che conosciamo tutti, e che ha prodotto solo illusioni e dolore sportivo, una sola è la strada maestra da percorrere: quella della Fondazione Taras.

La Fondazione rappresenta la vera novità del panorama calcistico locale, quella novità che raggruppando quanti più tifosi possibile può e deve costituire la vera forza capace di far rotolare avanti il pallone a Taranto.

L’idea di un calcio nuovo, senza i “soliti noti” che giocano con i sentimenti della gente, più vicino ai giovani da lanciare e valorizzare, più attento ai tifosi, soprattutto alle nuove generazioni degli stessi, un calcio fatto da tante persone che insieme mettono soldi, ognuno per quel che può, in un progetto a lunga scadenza, progetto che dovrebbe vederci vincenti in D e “viventi” nella nuova serie C unica, da affrontare con squadre giovani contando sui contributi federali previsti a favore delle stesse.

Una nuova società dunque, composta prima da tifosi e poi da imprenditori, cuore e soldi che viaggiano insieme, con la partecipazione attiva della Fondazione Taras.

Un calcio nuovo, moderno e poco dispendioso, per evitare di spendere in futuro nuove lacrime amare, per evitare anche di disperdere quel patrimonio di entusiasmo che l’attuale gestione societaria daddariana ha pesantemente colpito.

Che il domani abbia inizio, un domani che deve essere nostro, un futuro prossimo a forti tinte rossoblù.

, , , ,
Admin

About

La redazione di taras706ac.it è formata da volontari, non professionisti, che si dedicano al progetto Fondazione Taras con passione, spirito di servizio, amore e la giusta dose di follia.