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TA TA TA TA TA TA TACHICARDIA!!!!

Di problemi con gli arbitri nella sua storia il Taranto ne ha avuti a bizzeffe. Coppetelli di Tivoli è solo in cima a una lista di arbitri discussi e poi promossi nelle serie superiori come Stefanini di Prato, Giancola di Vasto, Velotto di Grosseto e chi più ne ha più ne metta.

La performance di domenica di Castello però ha dell’incredibile. Ci ha prima concesso un rigore sacrosanto e già questo è straordinario. Negli ultimi anni al Taranto sono stati più i rigori negati di quelli concessi. Quando mai poi alla prima giornata!  Me ne ricordo uno a Taranto-Ravenna nel primo anno di Blasi in C/1, poi niente più.

Da eroe a reietto il passo è breve, come ci insegna il gabbiano Livingstone. L’arbitro, dopo l’illuminata decisione del rigore, è poi andato inspiegabilmente in stato confusionale, facendosi mancare il respiro per ben due volte e alla fine congedandosi in barella dopo aver sospeso la partita, soluzione tanto caldeggiata dai tranesi visto che il Taranto vinceva 1 a 0, e dopo aver espulso Prosperi. Il risultato è che la gara col Trani si dovrà ripetere partendo da 0 a 0, mentre Prosperi verrà squalificato. Nei campionati di A e B una gara sospesa riprende da dove è stata interrotta e col risultato maturato fino a quel momento. Perché questo regolamento non valga anche per la Lega Pro e la serie D è un mistero.

C’è anche da chiedersi come si può far arbitrare in D uno che regge appena un tempo di una partita. Sarà che è vera la leggenda secondo la quale i chiodi sulla croce di Cristo sono stati tutti piantati da tarantini.

Curiosamente c’è una linea di continuità con l’anno scorso: a Como la gara fu sospesa per un infortunio all’arbitro sull’1 a 1. Sempre  l’anno scorso la gara inaugurale col Lumezzane fu sospesa per pioggia. La differenza, e non di poco conto, è che l’anno scorso eravamo in Prima Divisione e sentivamo l’odore della B, quest’anno siamo in D con gambe ancora malferme. Differenza dura da digerire, inutile prendersi in giro.

I tarantini però non sono tipi da farsi prendere dallo scoramento e a Trani ci sono andati in centinaia. C’erano più tarantini a Trani che tifosi del Chievo a Parma, eppure noi siamo in D, loro in A e la distanza in chilomentri era più o meno la stessa.

Di domenica resta la consolazione che la squadra c’è nonostante la preparazione corta e a tappe forzate. Anche se in questi casi la seconda partita è molto più dura della prima, quindi attenzione al Gladiator, nostro prossimo avversario. Resta il rammarico perché vincere a Trani non sarà facile per nessuno e a noi l’impresa stava riuscendo.

La settimana appena trascorsa ci ha regalato anche qualche polemica sulla consulenza tecnica che il Taranto ha affidato a Pieroni, figura legata a momenti poco edificanti della storia del calcio tarantino.

Io personalmente scelgo di non entrare nella polemica ma non perché voglia a tutti i costi far finta di niente. La presenza di Pieroni sarebbe terribilmente ingombrante se fosse azionista o addirittura proprietario della società. Finché è e sarà un semplice consulente tecnico riesco, seppur a fatica, a digerirlo.

Io farei un ragionamento più ampio: se la città avesse espresso da subito e non l’8 agosto una società forte e capace di camminare con le proprie gambe, di Pieroni non ne avremmo bisogno. O ancora meglio: se la città fosse stata in grado di salvare la categoria saremmo in Prima Divisione e avremmo mantenuto il parco calciatori dello scorso anno più tutto il settore giovanile e di Pieroni non ne avremmo avuto bisogno.

Quello che voglio dire è che questa città dovrebbe capire una volta per tutte che il ritorno ciclico di certi personaggi è frutto solo delle sue mancanze, degli spazi vuoti che lascia e che questi personaggi sono sempre pronti a colmare.

Lasciamo che l’attuale società cresca e diventi indipendente. E restiamo vigili ma senza fare polemica ogni giorno. Senza strumentalizzare fatti solo per avallare le nostre tesi personali. Senza dare spago ai nemici dei nostri nemici perché pure quelli sono nemici nostri.

Insomma non ripetiamo quanto fatto nel recente passato dove per cacciare l’odiato di turno spesso ci siamo dimenticati del bene del Taranto.

Gianluca Semeraro alias Kuldelski

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