Ci sono persone vincenti e persone perdenti. Ci sono brave persone e cattive persone. Il nuovo allenatore del Taranto Giacomo Pettinicchio è indubbiamente una brava persona. E siccome riesce nella difficilissima impresa di raccogliere solo giudizi positivi in una città come Taranto, spesso troppo incline al chiacchiericcio e alla denigrazione di chi fa un mestiere pubblico, è anche un vincente. Un bel mix, non c’è che dire.
Domenica il Taranto ha perso a Battipaglia, ma forse per la prima volta in questa stagione ha giocato. E ha anche rischiato di portare a casa il risultato. Se poi si pensa che la Battipagliese purtroppo ci è inferiore solo per blasone ma ha una squadra di tutto rispetto che ha vinto nettamente in casa con la capolista Ischia e che Pettinicchio ha fatto il suo primo allenamento giovedì pomeriggio, allora i motivi per guardare il bicchiere mezzo pieno ci sono tutti.
Non è il solito ottimismo, anche un po’ sciocco, del tifoso che non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza. E dire di aver visto sprazzi di gioco (non di bel gioco, attenzione, ma semplicemente di gioco) non significa negare che nella rosa del Taranto ci sarebbero tre o quattro elementi che, se facessero professione di onestà, dovrebbero fare i bagagli e rescindere il contratto.
Dobbiamo però ricordare che quest’anno l’obiettivo è la salvezza. Magari senza patemi, ma sempre di salvezza si parla. Nessuno ha mai dichiarato che puntiamo a vincere il campionato. E questo è bene ricordarcelo ogni volta, ripetercelo tutte le domeniche come un mantra. Perché noi tarantini finiamo sempre col pensare al blasone dimenticando da dove veniamo.
Se la storia ci racconta che Gladiator, Puteolana, Campania, Francavilla in Sinni e compagnia cantante sono squadrette se raffrontate ai nostri anni di B e di C, l’attualità invece ci suggerisce che forse queste squadrette hanno organici più forti o quantomeno di pari livello al nostro. E soprattutto hanno avuto tutta l’estate e non solo tre settimane per allestirli. E probabilmente anche più soldi.
Pettinicchio è una brava persona, è un vincente e ha anche grande coraggio. Coraggio nel prendersi sulle spalle un fardello che pesa come un macigno. Coraggio nello schierare dal primo minuto un giovanissimo come Bongermino e nel mettere in panchina un senatore come Sarli. Scelta che gli ha dato peraltro ampiamente ragione.
La classifica è pessima, ma il campionato è ancora lunghissimo. Mancano ben 11 giornate alla fine del girone di andata e altre 17 del ritorno. Un campionato, come ho già detto, che avrà almeno tre o quattro fasi diverse e nel quale i valori cambieranno di continuo. Basti pensare al Matera che ne ha fatti sette a Francavilla e poi ha perso in casa il big match con l’Ischia. E l’altra corazzata Monopoli (anzi Monospolis all’anagrafe della Lega) ha perso a Brindisi.
Abbiamo un condottiero che è vincente, ha coraggio e ha delle qualità umane indiscutibili. Uno alla Dionigi, per intenderci, l’unico vero rimpianto dello scorso anno. Anche lui a Reggio ha le sue brutte gatte da pelare. Ma sabato ha vinto e chissà che non sia l’inizio di una cavalcata verso la serie A. Se lo merita. E lo merita anche Pettinicchio.
Se son rose fioriranno, magari pungeranno ancora per un po’, ma alla fine sbocceranno in tutta la loro bellezza. Perché le brave persone, sulla lunga distanza, vincono sempre. In bocca al lupo mister!
Gianluca Semeraro alias Kuldelski