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Nulla di nuovo per quanto riguarda la black list .
Campionato 2019 -2020 serie D Taranto -Foggia 0-1.
Mio genero all'epoca giocava nel Foggia ,abbiamo gli accrediti io mia figlia e i miei nipotini di 2 anni .
Ovviamente essendo accrediti ero destinato con mia figlia nel settore ospiti ( na sofferenza) nel momento in cui l'addetto del Taranto spulcia la lista degli accreditati il mio nome risulta tra gli indesiderati .
Avevo nei mesi e giorni prima lasciato commenti educati ,ma critici nei confronti dell'allora società del Taranto.
Praticamente la stessa di oggi .
Decido di ritornare a casa ,ma non potevo lasciare sola mia figlia con due bambini piccoli ,per fortuna una Steward presente in quel momento mi disse di aspettare ,facendoci entrare poi da un'altra porta.
Con questi non scopriamo l'acqua calda ,ecco perché mi fanno letteralmente schifo .
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 21:29
ogni volta che leggo articoli di questa ragazza li posto (pure lei in black list...le hanno rifiutato l'accredito adducendo come scusa che la lista degli accrediti era già piena....come vorrei conoscere i nomi di tutti gli accreditati).........Taranto, dal sogno playoff al disastro: tra errori, promesse tradite e un futuro incerto
di Rossana Sangineto
Solo il 15 maggio scorso, lo Iacovone vibrava di un'energia rara, alimentata dalla passione incondizionata dei suoi tifosi. Nonostante lo 0-1 incassato contro il L.R. Vicenza nell'andata del primo turno dei playoff nazionali, i sostenitori rossoblù non hanno smesso di crederci e, dalla curva nord, si alzava potente un coro che sfidava la sconfitta: "Con la corriera e 30 casse di birra, ce ne andiamo a Vicenza!"
Un urlo di speranza e passione che raccontava di una città disposta a seguire la propria squadra ovunque. Infatti, i 1.100 biglietti per il settore ospiti, esauriti in meno di un’ora, testimoniavano la voglia di esserci, di lottare fino alla fine.
Il pareggio nella partita di ritorno contro il Vicenza ha sancito l'uscita del Taranto dai playoff, infrangendo il sogno di una promozione in Serie B. Un sogno che, se a inizio campionato sembrava impossibile, abbiamo finito per accarezzare un po' tutti.
Ma dietro a quell'entusiasmo, già covava un malcontento profondo. Il Taranto aveva dovuto affrontare quel girone dei playoff solo a causa della penalizzazione di 4 punti dovuta al ritardato pagamento di ritenute Irpef e contributi Inps. Una macchia che aveva ulteriormente incrinato il già difficile rapporto tra la società e la tifoseria.
Nonostante i miracolosi risultati della stagione, molti tifosi avevano da tempo perso fiducia nella gestione del presidente Massimo Giove, chiedendo apertamente un cambio di proprietà per garantire un futuro solido al club.
Giove, dal canto suo, invece di capitalizzare i risultati ottenuti, ha rapidamente dissipato ogni, seppur minimo, residuo di fiducia. Invece di dare solidità al progetto, ha imboccato una strada fatta di improvvisazione, mancanza di trasparenza e totale assenza di programmazione. Un errore ancora più grave se valutato nell'ottica di un necessario ridimensionamento dovuto all'imminente mancanza di uno stadio di casa.
A partire dalle prossime settimane, infatti, allo Iacovone inizieranno i lavori di ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo 2026, obbligando la squadra a giocare lontano dal proprio pubblico per il prossimo biennio.
Una condizione che avrebbe richiesto una pianificazione più rigorosa e accurata per garantire una transizione quanto più indolore possibile ma che, invece, è stata gestita con superficialità e approssimazione.
A tutto questo si aggiungono i ritardi dell'amministrazione comunale nell'avviare i lavori, già previsti dal 2019, anno di assegnazione dei Giochi del Mediterraneo alla città, fornendo un assist perfetto per il disimpegno di Giove.
Le incertezze burocratiche e l'assenza di una tempistica definita hanno aggravato ulteriormente la crisi, lasciando il Taranto in balia di se stesso.
E intanto, il club si ritrova senza uno stadio di casa già dal prossimo mese e, ad oggi, non si sa ancora quale sarà il campo che ospiterà il Taranto per i prossimi due anni. Un'altra dimostrazione di come si stia navigando a vista, senza una rotta.
Domani si disputerà Taranto - Trapani, l'ultima a porte chiuse per la sanzione irrogata dal Giudice Sportivo lo scorso 27 agosto per i noti fatti di Vicenza, e i ragazzi di mister Gautieri non potranno nemmeno contare sul calore di quegli irriducibili che continuano a tifare "solo per la maglia".
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 20:59
Ma il Taranto è una s.r.l.o s.p.a?
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 20:47
Taranto-Stadio Iacovone, Lucchesi incontra le istituzioni
Il direttore generale ionico nella giornata di venerdì inconterà il sindaco di Taranto ed il commissario Ferrarese per trovare la soluzione definitiva
di Maurizio Mazzarella
Stando ad alcune indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, la questione Iacovone per quanto riguarda la situazione del Taranto FC 1927 è vicina ad una svolta decisiva.
Il direttore generale ionico Lucchesi, dopo alcuni incontri interlocutori, si riunirà nella giornata di venerdì 13 settembre con il sindaco Melucci, l’assessore Azzaro ed il commissario dei Giochi del Mediterraneo Ferrarese, per trovare la soluzione definitiva su dove giocare durante i lavori di ristrutturazione dell’impianto.
Entro la fine del mese Si riunirà la Commissione di Vigilanza per consentire di utilizzare l’impianto almeno nel corso del mese di ottobre. Successivamente l’ipotesi che sembra ormai in dirittura d’arrivo è quella di Massafra con l’utilizzo di una deroga che la stessa compagine rossoblu chiederà alla Lega di Serie C.
Fonte dati GRB.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 20:21
Paffolotto... è stato scritto ieri sera da Rodolfo il perché.... un' azione legale costa e ci sarà anche da ricapitalizzare.. bisogna solo vedere a cosa si dà priorità
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 19:33
Ma la fondazione anche se in minoranza ha diritto a visionare i libri contabili? E se si xchè nn fa valere questo diritto? Qui ci dovrebbe essere una linea dura.altra cosa: xchè quando c'erano i consigli d'amministrazione erano estromessi o addirittura neanche convocati? Già da allora dovevano farsi rispettare e fare valere i propri diritti.sono stati troppo soft.sia chiaro che cmq sono da elogiare per cosa fanno ma a questo punto si deve optare per una linea dura.tanto a varc asciut a mar.ultima cosa che è una mia personale opinione: nulla contro Rodolfo che sta a modo suo lavorando ed è da elogiare ma secondo me con Gianluca Sostegno presidente le cose sarebbero andate diversamente
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 19:29
Siamo in crescendo...il segno 1 viene dato a 7,25... La prima mi ricordo era a 15
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 19:18
La mia passione per il "Magico" è arrivata sotto i miei piedi....e ho detto tutto!
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 19:06
Non vi nascondo che sono diventato apatico… non seguo più le vicende sui social e ci devo dire anche qui… piano piano si sta raffreddando tutto, oggi, dopo tanti anni, non sento più l’emozione del giorno prima e domani sarà lo stesso…
Chi lo doveva dire… maled.izione.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 18:51
grazie CuoreRB94....già trasmesso
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 18:05
x MagicTA. non lo avevo messo io, l'ho solo commentato. Non saprei come aiutarti, c'è da andare indietro chissà di quante pagine.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:55
Ci vuole coraggio a considerarsi vincente per una miseria promozione in C, due salvezze strazzate e poi solo campionati di serie D in cui spesso e volentieri abbiamo raccattato pallonate a destra e sinistra. Il periodo con Pieroni proprietario non è da considerarsi. Non ha messo una lira in questi anni di gestione, figurarsi all'epoca.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:50
1993 probabilmente lui conta anche la promozione del 2001 dove era si presidente ma socio di minoranza. Sappiamo tutti chi in realtà comandava
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:44
*manfrine
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:29
Eppure, secondo il toscano, è impossibile vendere una società in questo periodo. A Perugia è stato firmato un preliminare a metà Agosto e solo qualche girono fa c'è stato il closing definitivo. Tutto senza tante manfrina, nei tempi di una normale trattativa. Ah, anche qui parliamo di un presidente che ha mantenuto una società per tredici anni, con ben due promozioni in serie B. Mantenendo a lungo il Perugia in cedetteria. Sempre per ricordare al nostro primo tifoso che è un vincente!
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:29
MagicTA te lo invio io :
https://heyzine.com/flip-book/3923868012.html
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 17:09
quando noi???.......Perugia, tornano a farsi sentire gli ultras: "Finalmente liberi"
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 16:43
E qudd Pagni...
A Taranto ci vuole un Reset... un nuovo Asset anche con anni di Serie D...
Non so voi ma io quella lettera non la voglio più sentire.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 16:39
una richiesta x dani68........giorni fà, forse due settimane hai postato un pdf riguardante i capi di imputazione del pelato....li potresti ripostarli che li devo inoltrare a qualche amico?
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 16:04
Domani sera dovrebbe essere a Taranto il presidente del Trapani Antonini....verrà o non verrà? E se verrà come sarà accolto dalla società della Giovese?
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 15:39
Io vedo solo un epilogo per il taranto fc. Retrocessione e fallimento. Le altre ipotesi sono fantascienza per le nostre latitudini.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 15:28
Mah. Chissà se un giorno sapremo se i videopoker del brindisino siano connessi in qualche maniera con le vicende delle squadre dell'asse appio-jonico.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 15:25
Le testate giornalistiche hanno il potere di costruire realtà. Articoli e voci che quotidianamente emergono dai loro nomi hanno il potere di indirizzare e modellare la percezione che abbiamo del mondo che viviamo, delle persone che incontriamo, delle idee che ci facciamo. È inevitabile che, nelle società umane evolute dei mass media, sia un compito delicatissimo. Tuttavia, l’ideale dell’obiettività a cui dovrebbe tendere il discorso giornalistico che, in questo modo, può diventare colonna portante delle democrazie liberali si è rivelato nel corso del tempo una vera e propria utopia.
Questo vale sia dal punto di vista dei modi di produzione della conoscenza del fare umano – un’oggettività con cui raccontare i fatti è praticamente impossibile a partire dall’utilizzo di una parola: basti pensare a come vengono definite le morti o le uccisioni nelle guerre in base a chi è il colpevole… – ma anche perché l’accentramento del potere economico riguarda anche i gruppi editoriali, che diventano così legati a doppio filo a specifici interessi dei loro editori e azionisti di riferimento.
In Italia, il controllo dei principali gruppi mediatici è concentrato nelle mani di figure influenti. Berlusconi, una delle personalità politiche più importanti degli ultimi quarant'anni, ha dominato il più grande gruppo di telecomunicazioni del paese. Allo stesso modo, il gruppo GEDI, legato a FCA (ex FIAT), possiede due delle testate più influenti d'Europa, La Repubblica e La Stampa, con una marcata virata di quest'ultima verso la destra industrialista. Anche Il Sole 24 Ore, organo ufficiale di Confindustria, riflette interessi industriali. Infine, Cairo, proprietario del gruppo LA7 e della Gazzetta dello Sport, esercita un'influenza evidente, tanto che le recenti proteste dei tifosi del Torino contro di lui hanno ricevuto solo un breve accenno, senza menzionare il suo nome.
In parallelo a questo scenario desolante, l'uso crescente di internet prima e dei social network poi, negli ultimi trent'anni, ha portato a una democratizzazione della produzione delle "news". Il campo giornalistico, una volta quasi esclusivo, è stato invaso da nuovi attori e prospettive che ne hanno modificato le regole, i linguaggi e i tempi dell'informazione. Questo processo non è del tutto nuovo: già l'invenzione della stampa aveva reso i libri accessibili a un pubblico più ampio, suscitando preoccupazioni tra chi riteneva che i libri dovessero rimanere appannaggio di pochi. Negli anni '70, ciclostile e radio pirata permisero a chi non aveva voce di farsi sentire, anche senza le competenze di un professionista, raggiungendo un pubblico inaspettatamente vasto.
Tuttavia, le tecnologie non sono neutrali: emergono e prosperano in risposta a un bisogno. Negli anni '70, ad esempio, durante il periodo del terrorismo nero, mentre i fascisti piazzavano bombe nelle piazze e sui treni, l'informazione mainstream, legata a logge massoniche come la P2, restava vaga. Fu quindi compito dei movimenti organizzare controinchieste e promuovere la controinformazione, opponendosi al potere mediatico dei grandi gruppi con quella che Umberto Eco definiva "guerriglia semiologica". Una dinamica simile si è osservata con la nascita di internet, che ha permesso ai movimenti di tutto il mondo di connettersi, scoprendo di avere molto in comune. Questa capacità di sincronizzarsi ha dato vita, all'inizio del nuovo millennio, al movimento no-global, che fu parzialmente sconfitto solo attraverso una repressione violenta.
In questi ultimi anni, invece, la sempre crescente crisi di credibilità delle testate “tradizionali” dovuta soprattutto a commistioni di potere tra politica ed economia ha creato il terreno fertile nell’arena mediatica per l’emersione di nuovi soggetti che, come sempre accade, hanno ridisegnato le modalità di quello che chiamiamo giornalismo. Una dinamica simile a quella che una quindicina d’anni fa ha visto protagonista l’ascesa del Movimento 5 Stelle, dove perfetti sconosciuti hanno provato almeno idealmente a contrastare discorsi e posture dei “professionisti della politica”.
Passando alla realtà calcistica di Taranto, troviamo una situazione simile. Se in passato erano solo i giornali a parlare di calcio in città, l'emergere delle testate online, alimentate dai social, ha portato a una crescita inaspettata, trasformandole in vere e proprie redazioni, con giornalisti iscritti all'albo e quindi con accesso a conferenze e sale stampa. Queste testate sono così entrate a far parte del “campo giornalistico”, intrecciando relazioni caratterizzate da favoritismi e antipatie. In un contesto locale, più intimo, emerge chiaramente come l'obiettività giornalistica sia un'utopia. Ne è prova il modo in cui sono stati etichettati non solo i pochi professionisti realmente critici, ma anche i semplici tifosi che hanno osato criticare l'attuale proprietà: “nemici”, "rosiconi", con l'invito a rimandare le discussioni sui problemi “a fine campionato”, che ora c’è la prossima partita importantissima da giocare.
In questo contesto sono nati nuovi format e sono emersi nuovi volti, come quelli di Chi Segna Vince, seguendo la tendenza globale del cosiddetto “citizen journalism”. Queste nuove voci, pur non avendo la stessa professionalità di chi ha maturato esperienza nel settore, hanno avuto il vantaggio di essere libere dalle influenze degli interessi di parte. Questo ha permesso loro di rompere il velo che avvolgeva l'unico filtro tra l'attuale proprietà e il resto della tifoseria e della città: la stampa. Stampa che, come accennato all'inizio, contribuisce a costruire la realtà che viviamo e percepiamo.
In questo contesto, mentre la gente comune non è soggetta a pressioni occupazionali o redazionali e gode di maggiore libertà d'azione, abbiamo ormai prove evidenti delle dinamiche che influenzano chi lavora nel campo giornalistico. È risaputo che l'attuale società esercita ogni tipo di pressione, sia epurando giornalisti come Enrico Losito per intervento dell’editore partner media, sia negando accrediti in tribuna stampa, un atto grave e illegale. Questo è già accaduto in passato a figure di spicco come Lorenzo D’Alò della Gazzetta del Mezzogiorno e, più recentemente, a Enrico Sorace della stessa testata e Alfredo Ghionna di Telenorba, quest'ultimo colpevole di porre semplici domande in conferenza stampa. In una situazione così difficile, con la città contro e un clima di incertezza, mentre la maggior parte dei giornalisti si limita a discutere di moduli di gioco con un allenatore che dispone di una rosa incompleta, Ghionna ha invece chiesto direttamente ai responsabili della società del Taranto chiarimenti sui sondaggi, ormai certi, relativi all'acquisto delle quote del socio di maggioranza. Per questo è stato velatamente minacciato, un evidente segnale di nervosismo tipico di chi nasconde qualcosa o non vuole essere intralciato nel suo piano, qualunque esso sia. Inoltre, nella trasmissione post-sconfitta a Messina, Dante Sebastio ha dichiarato apertamente che le critiche da lui espresse in diretta gli sarebbero valse un "cazziatone" dall'editore, confermando ulteriormente, come se ce ne fosse bisogno, l’esistenza di pressioni che vengono esercitate sul giornalismo locale. Come se non bastasse, sempre più giornalisti legati al calcio tarantino dipendono dal Gruppo Distante, replicando, a livello locale, le stesse dinamiche di potere che vediamo nei gruppi più influenti del paese.
Questo quadro rivela l'attuale socio di maggioranza per ciò che realmente è. Alcuni, nei giorni scorsi, hanno parlato di dittatura, ma a nostro avviso questa metafora non è del tutto appropriata. La dittatura implica un accentramento di potere nelle mani di una sola persona, cosa che attualmente non rispecchia la situazione, dato che il socio non detiene nemmeno direttamente le quote di maggioranza del Taranto, che sono invece nelle mani di una fiduciaria. La parola che riteniamo più adatta è "despota" (anche se ne avremmo una più forte, ma non possiamo permetterci una causa legale), poiché esercita in modo prepotente il controllo sul mezzo che alimenta la nostra passione più profonda e, grazie a questo, esercita forti pressioni su chi gli sta intorno per mantenere disperatamente quel potere, limitato ma estremamente gravoso, nelle sue mani. Anche a costo di trascinare tutti nel baratro. Un vero e proprio ricatto.
Davanti a questa situazione dispotica, chi parla di Giovese forse effettivamente tutti i torti non li ha: la prepotenza di uno solo che sottrae il gioco comune come il bimbo piccioso che tutti abbiamo conosciuto – e perculato e avversato – almeno una volta nella vita. Ma la rabbia che monta forse ci dimostra che definire il Taranto in questo modo è un modo per elaborare questa assurda situazione: inc4zz4rs1 per il 4 a 1 subito a Messina e per l’ipotesi di fallimento che possiamo quasi toccare con mano significa che quella in campo, paradossalmente con la maglietta più bella degli ultimi anni, è – purtroppo – ancora la nostra squadra.
Che fare, quindi?
Rabbia per molti, disaffezione per molti altri ancora, impotenza per quasi tutti, al punto che anche i tifosissimi di sempre sono costretti a chiedersi cosa sia meglio sperare: fallire e ripartire con una società nuova? Difendere la categoria a qualunque costo? Ma se ciò volesse dire avere ancora in sella l’attuale dirigenza? Qualunque sia la risposta, solo il fatto di aver portato alcuni tifosi a pensare a certe domande qualifica l’attuale dirigenza come la peggiore della storia del Taranto per distacco. E questo dovrebbe da solo essere sufficiente a mollare la presa senza tante storie.
Ma questo dispotismo tirannico con cui ci troviamo a confrontarci, diciamocelo francamente, è a tutti gli effetti un modello di tarantinità. è lo stesso modello di Cito, ma anche quello di Melucci. Gente a cui è bastato un minimo di potere per pretendere con prepotenza di fare quello che più gli pareva sbattendosene altamente del benessere comune.
Ci troviamo costretti ad elaborare collettivamente un modello alternativo che sia in grado di abbracciare le tante anime, le passioni e i desideri della nostra comunità. Un modello eterogeneo e colorato, come quello che abbiamo visto la scorsa stagione. Ma soprattutto quello che abbiamo visto alla manifestazione e all’assemblea della Taras. Un modello che sappia decidere autonomamente, senza lasciarsi strumentalizzare da nessuna delle parti in causa. Alla prepotenza del despota di turno, dovremmo contrapporre la rabbia dei molti. E forse non dovremmo temere un sentimento spesso stigmatizzato nel discorso pubblico: l’odio. Perché la trasformazione sociale non è un pranzo di gala. E perché, come sappiamo bene, non è nulla di personale né fine a sé stesso. Ma soprattutto è l’indifferenza che dovrebbe davvero terrorizzarci. Come cantava qualcuno: è odio mosso d’amore, uagnù. Per Taranto e per il Taranto.
Fonte dati: Pagina Facebook di Sti-t sul tifare il Taranto.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 12:43
E d’altronde è del tutto utopistico pensare ad una campagna di tesseramento alla fondazione di questi tempi. Purtroppo.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 12:21
Scusate ma l'a.p.s. non è un sindacato dove più iscritti hai più conti in sede di contrattazione. Le quote in seno alla società sempre del 7% sono anche se fai 1.000 iscritti in un giorno.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 12:07
Cosa si può fare?
Bè l'idea proposta da Romanzi i non è per niente male. L'a.p.s. potrebbe lanciare una massiccia operazione mediatica di tesseramento. Vediamo se tutta questa rabbia si trasforma in qualcosa di positivo.
Ciò che volevo dire prima è che l'a.p.s. Taras non dovrebbe farsi trovare impreparata per qualsivoglia evenienza ma dovrebbe ipotizzare ed anticipare le mosse o gli eventi futuri.
Mettiamo l'ipotesi che non si ricapitalizzi e che si rischi il fallimento da qui a i prossimi mesi e con il presidente in fuga... Un'a.p.s. che arrivi a quell'evenienza con un capitale da investire potrebbbe di certo evitare il fallimento e traghettare la squadra fino a fine stagione ed alla successiva cessione. Bisogna anticipare i tempi e darsi da fare, anziché attendere gli eventi.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 12:01
Ovviamente quando parlo di salvare la C come prioritario, lo intendo alla luce di un eventuale e reale passaggio di quote. Perché rimanere in C con Giove per me significa NON ESISTERE. Questo non è il Taranto. Ma al tempo stesso non voglio essere costretto ad immaginarmi disastri sportivi come unico mezzo per ottenere la cacciata del pianeta. Anche perché questo non avverrà. Anzi.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:56
Personalmente non conosco Rodolfo, il papà invece per nomea, anche perché seguo le sorti del nostro Taranto da almeno 42 anni. Posso dire di essere affezionato alla fondazione, perché ci lavorano, persone preparate e competenti....Come dice bonariamente collosseum, probabilmente sono troppo ansioso, di questo me ne scuso, però la fede rossoblù che mi è stata tramandata, è un qualcosa di indescrivibile.... Ecco perché, i miei appelli a Rodolfo, in qualità di presidente della Fondazione Taras, di cercare in ogni modo la migliore soluzione... Non è dignitoso giocare partite, sapendo già l' esito.....Vi auguro una buona giornata e soprattutto un buon lavoro, se ci sarà bisogno di fare qualcosa, ci sono...👍
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:55
Però è evidente a tutti che questa situazione di immobilismo e di impotenza stia innervosendo tutti, o peggio rassegnando. Non ho idea di come si possa stanare questi pagliacci dal trono di spade. Non ho idea di quali possano essere le possibili mosse o se si possa veramente procedere per vie legali (sulla base di cosa?). Io una cosa continuo a contestarla alla APS, con toni pacifici. Dovete esprimervi, parlare. Se possibile esporre, in qualche modo, le possibili strategie. Se non si può fare per iscritto qui sopra, per ovvi motivi, anche in qualche assemblea. Non lo so, stiamo scivolando verso gli abissi. E capisco chi si innervosisce. Io mi sto lentamente rassegnando. Mi è del tutto indifferente il risultato sul campo. Anche se ammetto che salvare la C sarebbe prioritario (ma al momento ritengo praticamente impossibile con questi pupazzi). La speranza bisogna tenerla accesa in qualche maniera. Cosa potremmo fare?
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:53
Stiamo chiedendo alla APS Taras ex Fondazione di darsi da fare per cercare una soluzione a questa assurda vicenda. Ma da qualche tempo a questa parte siamo stati proprio noi a rendere la Taras più debole, con una partecipazione alla vita della stessa quasi nulla. Siamo passati da un numero di affiliati notevole ad un numero esiguo, al punto che più di qualcuno ha definito la Taras irrilevante. Oggi chiediamo alla Taras di fare qualcosa o meglio di essere incisiva. Forse, se concretamente riuscissimo a rendere nuovamente la Taras partecipata con numeri importanti, la renderemmo nuovamente forte nei numeri, non sarebbe più irrilevante, e potrebbe affrontare qualsiasi discorso prossimo futuro con maggiore risolutezza. Continuiamo con le parole o passiamo ai fatti? A questo punto ribadisco l'importanza di supportare e sostenere il socio di minoranza del Taranto FC. Sarebbe già una azione concreta per provare a sbloccare uno stallo che non serve a nessuno.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:52
Tanti commenti hanno spunti interessanti e condivisibili ma la soluzione definitiva non c'è. Chi è rintanato nel fortino è in grado di resistere all'assedio fin quando avrà provviste sufficienti mentre chi cerca di espugnarlo non ha i mezzi per conseguire la vittoria. La classica situazione dell'impiccato. Si aspetta la ricapitalizzazione per vedere se il castelliere ha viveri extra per resistere ulteriormente oppure se nel frattempo accadrà un evento straordinario che lo faccia crollare. Nel frattempo quelli che si logorano giorno per giorno siamo tutti noi che vorremmo issare la bandiera rossoblù in cima alla torre...
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:50
Coda di paglia? Secondo me non hai idea di cosa stai parlando. Sono di parte, sì, perché sono sempre dalla parte di chi lavora per il Taranto, in maniera spassionata e disinteressata, come la APS. Mettendo in gioco il proprio tempo, il proprio lavoro e mettendosi a rischio e a nudo di fronte a questi manigoldi. Tu hai detto che sono tutti complici. La rabbia e l'impotenza di fronte a questa situazione purtroppo non ci fa vedere chiaro e ci fa innervosire tutti. Anche io credo che la APS dovrebbe avere un metodo di comunicazione e di "affiliazione" con la piazza diverso. Rodolfo, che conosco, lo sa come la penso. Si sta andando verso questa direzione, anche se ritengo si possa fare molto meglio. Purtroppo siamo in un campo minato, ogni piccola mossa potrebbe essere usata a loro vantaggio. Lo sai, siamo in Italia, non certo nel paese della legalità. Si potrebbe fare di più, ne sono certo. Per questo ti ho invitato, anche se sarcasticamente, a mettere a servizio della APS le tue doti. Sono sicuro che verranno apprezzate. Non facciamoci nemici dove non ne stanno. E se possiamo migliorare qualcosa di buono, facciamolo.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:43
Voglio vedere cosa succederà dopo ennesima debacle..un 0-4 per esempio
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:42
Io,onestamente NON vedo soluzioni ne immediate,ne future,questo stallo permanente e pericoloso,perdura da tanto,troppo tempo,x essere reale,NON esiste un solo "Attore" protagonista o meno,in grado di sopperire a mancanze e cercare seriamente, concretamente di riunire attorno ad un ipotetico tavolo i protagonisti in negativo di questo massacro,azioni,proposte,manifestazioni,dialoghi,tutto inutile se,Giove NON vuole,o NON PUò VENDERE,questo è ancora da capire,se poi aggiungi, che le richieste sembrano,esose e fantascientifiche x il reale valore delle Azioni,tutto si complica maledettamente,sta di fatto,che solo qui NON si trova soluzione,ovunque si vende si compra ,come non ci fosse un domani,ma qui è un tabù,un mistero,un fregarsene e giocare a rimpiattino,vero è,che resta un Privato agestire una Società Privata,ok,ma,la Squadra rappresenta questa martoriata e rassegnata Città,con tutte le sue problematiche,Politicher,Sociali,assuefatta alla ostinata mediocrità imposta,inermi,impotenti,inutili,davanti a scempi del genere,x cui inutile anche arrovellarsi su chi,come dove,quando,INUTILE,ad oggi nulla si è mosso,anzi si peggiora quotidianamente,tutti complici,tutti,omertosi,tutti bravi a proporre ma,nulla si muove,non penso sia un Affare di Stato,sicuro qualcosa NON torna E LO SI SA BENE,LO SANNO TUTTI,ma tutti fanno finta di nulla una vergogna totale,intanto cè,chi ancora pontifica detta linee,indottrina,mentre i preposti,e addetti.....svolgono il compitino quotidiano,attenti a NON urtare suscettibilità dannose x loro,veramente meschino e patetico,mi vergogno di questa situazione,di questa farsa infinita e di tutti quelli che potevano,possono e NON fanno,nessuno escluso,perchè,pare inverosimile che questa assurda,grottesca situazione NON abbia uno sbocco,e che un uomo SOLO al comando possa continuare a tenere in ostaggio,una intera Città x cosa....x il Taranto?Ma non ti vergogni a vederlo messo cosi?Che senso ha tutto questo?X cui ad oggi come ieri tutto tace,diventa difficile dare giudizi e proporre soluzioni,se,a monte NESSUNO e Giove x primo NON dialoga ne se frega di questo orrendo teatrino,umiliando gg dopo gg,questa Piazza,ridicolizzandola,distruggendo,tutto quanto di buono vi era,uno schifo immane ,colpevole,complice,silenzioso,omertoso,che ci porterà dove tutti sanno,un vero trionfo di ipocrisia reiterata,VERGOGNATEVI.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:40
Ma le due domande che mi pongo e pongo a chi sostiene l'uno o l'altra strategia sono le seguenti:
1. Siamo sicuri che il presidente non abbia già trovato investitori o possibili imprenditori subentranti in società senza informare la Fondazione?
2. Siamo sicuri che non sia già partita un'indagine degli organi inquirenti a seguito delle dichiarazioni di Antonini?
In entrambe le due scelte operative l'attesa non sarebbe, a fronte delle due opzioni che ho menzionato, la strategia più redditizia.
È il mio modestissimo parere personale.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:34
Mi accodo a chi non condivide la linea morbida della Fondazione. Credo anche che abbia ben poco margine di manovra, sinceramente. Perché, nel tempo, si è fatta schiacciare e si è fatta mettere in un angolo senza colpo ferire. Poca comunicazione, pochissima pressione mediatica. Eccessiva diplomazia e temporeggiamento sono il miglior regalo per i [non consentita] che ci tengono in ostaggio. Nulla contro l'attivismo di chi si spende, anzi. Però serve molto ma molto altro. Forse non abbiamo capito con chi abbiamo a che fare.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:33
....inoltre, sono intervenuto spesso nella prima fase, seppur ex membro del direttivo, perchè mi sembrava giusto rendere edotti i tifosi e chiarire certi aspetti e passaggi, ma è giusto che attraverso Rodolfo sia direttamente questo direttivo a dire ciò che intende fare e spiegare le cose alla gente...
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:25
Concordo con chi ha scritto che dal comunicato di De Molfetta traspaiono le due fazioni all'interno della Fondazione. Chi vuole agire per vie legali e chi invece prova a salvare capre e cavoli cercando investitori che aiutino la società a ricapitalizzare nell'attesa di un passaggio di quote, chissà quando.
Il timore e la sensazione, osservando dal di fuori, è che nelle parole di rito e nel "lavorare sotto traccia" si celi invece un certo immobilismo ed un'attesa degli eventi visto che, ad oggi, temo che la Fondazione npn abbia ancora deciso quale delle due strategie portare fino in fondo...
E si aspetta...
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:24
Ragazzi buongiorno, leggo sempre tutti quanti con estremo piacere ed è giusto che ognuno abbia pensieri e idee diverse in merito alla faccenda che ci vede in un momento tra i più brutti di sempre. Intervengo solo per specificare che non scrivo da tempo in quanto, come giusto che sia, lascio tale incombenza a Rodolfo che in quanto Presidente della Taras è giusto che esprima lui le considerazioni, le strategie e i vari chiarimenti sulle varie tematiche...
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:23
ogni giorno che passa si ha la netta sensazione che nessuna parte in causa (fondazione inclusa a parte qualche comunicato di facciata) abbia l'intenzione di far uscire a galla tutta la [non consentita] che c'è dentro questa società....nemmeno lo sputtànamento pubblico a livello nazione di Antonini è servito per smuovere le acque e far partire qualche denuncia.....
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:21
Quotone Tuscolano e RobySpartano.. Il conflitto all'interno della Fondazione è più che evidente e questo porta ad avere una linea morbida che non conduce a nessuna parte. Illudere che si stia lavorando sotto traccia senza però avere alcun cavo elettrico nel solco, mette ansia a molti, con Rossoblù1972 a portarne il vessillo. E' peccato. Forse sarebbe più produttivo stuccare il sottotraccia e , come dice RobySpartano, diramare un comunicato della Fondazione che informi la tifoseria dei propri limiti, dei propri timori e della tempistica necessaria per poterci capire qualcosa. Nel frattempo domani c'è la partita e c'è Antonini...occasione per contattarlo.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:10
@Taranto706ac la politica non ne può fare niente essendo una società privata e la maggior parte dei politici se ne sbatte la cosiddetta minch* del calcio a Taranto. Un Luigi Abbate è capace che tifa contro il Taranto quando verrà la sua amata Juventus in versione under 23. I gruppi organizzati...? Pensano alla propria esistenza, individualità,prima la pezza e poi tutto il resto. Allora su chi si deve affidare la tifoseria se non sulla Fondazione Taras che ci rappresenta in società? Bello il comunicato di tempo fa però alla fine a cosa è servito? Dobbiamo scendere in piazza,farlo sentire il fiato sul collo!
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:06
Che sei di parte @Liberamente ? Tieni la coda di paglia? Non tengo la soluzione in tasca, né grandi doti o conoscenze illimitate perciò prima di scrivere non mettere in bocca cose che non ho dette. Io mi soffermo sui fatti, parlo per rabbia perché attualmente cosa è stato fatto dall'attuale fondazione se non essere presa per il cul* da Galigani e Giove ? Ed ancora stiamo parlando di attendere,di fare le cose sotto traccia con discrezione quando questi se ne sbattono ampiamente la uallera! Forse non lo capite che più il tempo passa e più è segnata la fine del calcio a Taranto. Bisogna agire alla luce del sole, agire contro la società,protestare veemente contro chi ci ha causato questo sangue amaro. Schiacciarli la testa metaforicamente parlando finché non si arrendono e vanno via ! Ricordati che il popolo si muove solo sotto un leader e questo leader è rappresentato da chi ci rappresenta in società. Non dai gruppi organizzati.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 11:01
Dalla parole di De Molfetta in questo momento non mi aspettavo chissà che. È giusto (o forse no) che la fondazione agisca con cautela e che faccia le dovute considerazioni. Comunque non nutrivo speranza prima e non ne nutrirò in futuro per come si sta muovendo. La cosa che più mi urta è l'immobilismo che c'è in città di fronte a tanta arroganza dell'attuale presidente. Doveva esserci una levata di scudi da parte della classe politica, della carta stampata, dei gruppi organizzati, degli imprenditori che magari gli stanno facendo pure da sponsor. Invece immobilismo e silenzio assoluto. Più che pretendere qualcosa dalla fondazione, della quale, in questo preciso momento storico, non ne comprendo l'utilità e il motivo di esistere, pretenderei piu di qualcosa dai succitati poteri forti, gli unici, a mio avviso, capaci, eventualmente, di smuovere un po' le acque
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:56
Cuore rossoblu 94, perché non proponi le tue grandi doti e conoscenze illimitate al direttivo? Proponiti, dato che hai la soluzione in tasca.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:25
Siete tutti complici di questo scempio,@Rodolfo.De.Molfetta. Continuate a lavorare sotto traccia mi raccomando,tempo passerà e arriveremo al fallimento.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:22
Romanzini, per cortesia, non ripete più la proposta che il presidente finto dimissionario è l'unico che può risolvere la situazione.
Provocatoria o no, mi sanguinano gli occhi ogni volta che la leggo.
Siamo proprio al delirio.
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:20
Per quanto riguarda la politica che state adottando voi e gran parte dei giornalisti tarantini mi trovate totalmente in disaccordo, siete troppo "morbidi" ricordando che il Presidente il 1 Agosto na mis in mezzo ad una strada e ci sta portando all inferno, bisogna alzare il livello di confronto secondo me. 😉
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:12
@Tuscolano quotone.
@Rodolfo parliamoci chiaro non potete cercare investitori se non conoscete almeno la situazione finanziaria al 30/06/2024 (anche in grandi linee vedi massa debitoria) e sopratutto quanto vuole Giove per cedere questa benedette quote di maggioranza, questo è l' ABC il resto poi si andrebbe successivamente sviscerando. 2° è evidente che in questo momento non ha fretta e quindi non vuole cedere (tranne se non arriva il Sultano), non vuole cedere altrimenti dopo la vostra disponibilità pubblica sareste stati i primi che avrebbe incontrato visto e considerato che potevate dare una mano alla causa, come da ricordare che le dichiarazioni di Galigani non sono mai state smentite (manco di facciata) da nessuno. Quindi a questo punto preso atto che il socio di maggioranza non vuole cedere, preso atto dell'impossibilità operativa (per colpe del socio di maggioranza) nel reperire nuovi potenziali investitori noi fondazione ci fermiamo qua. Anche perchè una parte della tifoseria pensa che Giove voglia cedere un altra che voi vi stato dando da fare per risolvere il problema. Insomma un bel comunicato che fa chiarezza e sopratutto informazione nella piazza. Questo il mio suggerimento poi naturalmente fate come meglio credete. 😉
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 10:06
Il messaggio di Rodolfo chiarisce un aspetto importante del momento. C'è una oggettiva difficoltà alla formazione di una cordata che possa affiancare o sostituire Giove. La diffidenza nei confronti del soggetto per i suoi comportamenti passati e presenti, e soprattutto l'incertezza assoluta sui conti della società, rendono questa strada difficilissima. Rodolfo chiarisce anche un altro aspetto importante. Qualsiasi azione che la Taras o altro soggetto facesse nei confronti del socio di maggioranza del Taranto FC sarebbe una azione di diritto societario, che avrebbe bisogno di certezze che solo professionisti esperti del ramo potrebbero dare. Al di la del costo del professionista, c'è da tenere in considerazione che ad ogni azione corrisponde una responsabilità da parte di chi l'intraprende. In parole più semplici bisogna essere sicuri, certi, di ciò che si fa, perchè le conseguenze in caso di "buco nell'acqua" potrebbero essere negative. Lavorare su un possibile intervento al momento della ricapitalizzazione potrebbe essere una strada maggiormente percorribile, ma come sappiamo bene i tempi non ci aiuterebbero (soprattutto se la prima ricapitalizzazione dovesse essere confermata per dicembre-gennaio dopo l'approvazione del bilancio). L'aspetto sportivo dunque verrà inevitabilmente condizionato da quello societario, con la situazione attuale di incertezza e disimpegno del socio di maggioranza che non aiutano nel difficilissimo compito di salvaguardia della categoria. Per questo qualche giorno fa il mio messaggio, che è sembrato provocatorio ai più, evidenziava che paradossalmente l'unico in grado di far qualcosa nell'immediato (e sottolineo nell'immediato) per porre rimedio a un inizio stagione delirante, assurdo e sportivamente fallimentare, è proprio Giove. Il miglioramento del cammino della squadra può permettere anzitutto di lottare per conservare la categoria, e poi consentirebbe di studiare meglio la strategia migliore per cambiare la situazione di una società che tutti vogliamo diversa, ma soprattutto composta da gente diversa. Chi beneficerebbe di un Taranto perdente e mortificato sul campo? Nessuno, giacchè l'unica cosa buona e positiva alla voce "attività" in questo momento, il titolo sportivo di C, vale molto di più di un titolo di serie D gravato da debiti. Non ci vuole una laurea per capirlo. Se si vuol capire.....
Scritto il 12 Settembre 2024 ore 09:31